Viaggio nella Terra Brigasca, un ciclo di video-interviste curate da Elisa Nicoli e dalla Chambra d'Òc in collaborazione con l'Associazione A Vastera nell'anno 2014 sui territori di lingua e cultura brigasca e di Olivetta San Michele. Le intervite sono in lingua locale con sottotitoli in italiano o francese.


Il brigasco - Le Brigasque

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A Vastera

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Col termine “Brigaschi” si indicano gli appartenenti ad un’area culturale omogenea che interessa otto centri abitati, sei italiani e due francesi.
Questa realtà ha le sue origini nell’antico Comune di Briga Marittima, oggi La Brigue in Francia, di cui gli altri sette centri erano maṡàgi ossia fondazioni legate agli spostamenti dei suoi pastori, specialmente per motivi di pascolo. I centri dell’area culturale in questione, oggi denominata Tèra Brigašca, sono: Briga (La Brigue), Morignolo (Morignole), Realdo, Verdeggia, Piaggia, Upega, Carnino e Viozene.
Fino alla seconda guerra mondiale tutti, eccetto Verdeggia e Viozene, che appartenevano rispettivamente ai Comuni di Triora e di Ormea, facevano parte del Comune di Briga. Dopo il conflitto, con la cessione di territori italiani alla Francia, Briga Marittima e Morignolo sono diventati francesi; Realdo è passato a far parte del Comune di Triora, in provincia di Imperia; Piaggia, Upega e Carnino hanno dato origine al Comune di Briga Alta, in provincia di Cuneo. I Brigaschi, quindi, oggi si trovano sparsi tra due Stati (Italia e Francia), tre regioni (Piemonte, Liguria e P.A.C.A.- Provence, Alpes, Côte d’Azur -), tre provincie (Cuneo, Imperia e Département Alpes Maritimes) e quattro comuni diversi (La Brigue, Briga Alta, Ormea e Triora).
Nonostante le travagliate vicende storiche ed amministrative, tutti i centri della Tèra Brigašca mantengono una forte unità culturale, oggi ancora particolarmente evidente nell’espressione linguistica e nella cucina, ma fino ai primi decenni del secolo scorso anche nelle usanze e in modo particolare nel vestiario tradizionale, che nei vari paesi presentava una sostanziale identità dei modelli e anche dei tessuti caratteristici con cui veniva confezionato.
La Comunità Brigasca si caratterizza, in passato come oggi, per una specificità culturale e linguistica che ne fa un piccolo popolo orgoglioso delle proprie radici e delle proprie tradizioni, immune da intendimenti separatistici in ordine alle rispettive appartenenze nazionali, nelle quali sempre i Brigaschi si sono pienamente riconosciuti.
Si tratta di un popolo a fortissima vocazione pastorale, nato e sviluppatosi intorno al fiorente centro di Briga che, dal Medioevo all’Ottocento, ha conosciuto una significativa floridezza sociale, economica ed artistica. Si è venuta così costituendo la sua identità culturale, della cui specificità i Brigaschi sempre sono stati orgogliosi e hanno fatto motivo di differenziazione rispetto ad altre realtà. Questa identità culturale ha beneficiato degli apporti delle culture confinanti (ligure e provenzale) per l’apertura verso la zona costiera a motivo della transumanza e dei commerci e e si è conservata attraverso i secoli senza dubbio anche per la posizione dei suoi insediamenti chiusi tra le montagne. Il secondo conflitto mondiale, con le note vicende politiche che lo hanno seguito e di cui abbiamo già detto, ha segnato un punto d’arresto in questa continuità, operando una violenta lacerazione della Comunità Brigasca dal punto di vista territoriale ed amministrativo, creando condizioni di pesante sofferenza e precarietà in molti dei suoi componenti.