Vi diamo qui alcune prese di posizione di organizzazioni occitane sulla questione dell’indipendenza catalana
Il PNO (Partito della Nazione Occitana)
Sostegno al popolo catalano
Il PNO riunito in Consiglio Nazionale a Banhòus de Cèser il 4 novembre 2017 conferma il suo sostegno alla dichiarazione di indipendenza e alla creazione della Repubblica di Catalogna.
Il PNO condanna fermamente le misure repressive prese dal governo e dalla giustizia della monarchia spagnola in completo disprezzo dei diritti dei popoli all’autodeterminazione.
Il PNO esige l’immediata scarcerazione di tutti i prigionieri politici catalani.
Il PNO plaude all’esemplare comportamento pacifico del popolo catalano e occitano aranese.
Il PNO è solidale alle scelte strategiche del presidente catalano Puigdemont e del suo governo.
ANÒC (Assemblea Nazionale Occitana)
Bollettino d’informazione del 8-11-2017
DEMOCRAZIA CATALANA CONTRO L’IMPERIALISMO SPAGNOLO
Da più d’un mese la Catalogna occupa la prima pagina dell’attualità europea.
Per ricordare, il 1 ottobre scorso abbiamo assistito ad un referendum di autodeterminazione con un vittoria del SI con più del 90%. Il tasso di partecipazione fu importante con il 42% malgrado le misure repressive e violente lanciate da Mariano Rajoy, capo del governo spagnolo, per impedire il referendum: mobilitazione delle forze dell’odine, intimidazione contro i seggi, sequestro del materiale per il voto, confisca di schede elettorali già votate, evacuazione fisica dei cittadini che volevano esprimere pacificamente il voto.
Le reazioni internazionali sono state vergognose: silenzio completo dell’Unione Europea, incoerenza del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker che deplora la violenza poliziesca ma conferma la fiducia al suo responsabile Mariano Rajoy, sostegno incondizionato dello stato francese al governo spagnolo.
Malgrado l’opposizione di Madrid, il Parlamento catalano il 10 ottobre ha preso con grande sostegno del popolo le seguenti decisioni:
-
Il presidente Carles Puigdemont ha assunto il mandato del referendum del 1º ottobre che diceva che la Catalogna sarà uno stato indipendente in forma di Repubblica.
-
Ha confermato la volontà di dialogo sospendendo temporaneamente l’indipendenza.
-
72 deputati della maggioranza hanno firmato la Dichiarazione di indipendenza della repubblica Catalana.
Il governo di Rajoy è all’origine della crisi
Il governo di Rajoy si è sempre rifiutato di affrontare i problemi dei catalani e ha portato all’attuale crisi. Il suo partito, il Partit Popular, è dagli anni 2000 all’origine di quella crisi istituzionale. Quel partito di destra fondato da un anziano ministro della dittatura franchista ha applicato una volontà giacobina, ultaconservatrice e ultranazionalista. Cioè:
-
Spagnolizzare la Catalogna e l’occitana Val d’Aran utilizzando il modello di assimilazione violenta francese, col sabotaggio dell’autonomia della Generalità di Catalogna visto che i suoi eletti, a differenza degli eletti occitani dello stato francese, proteggono la loro lingua e cultura.
-
Assicurare la dominazione economica dell’alta borghesia e dell’aristrocrazia madrilena col soffocamento di Barcellona. Questa misura è iniziata da vari anni con l’obiettivo di trasferire la dirigenza delle imprese in Catalogna verso Madrid. Madrid come una Parigi iberica che sottomette le sue province.
-
Rafforzare lo stato centrale e provincializzare le regioni periferiche sul modello francese con regioni amministrative prive della capacità finanziaria e una confusione di poteri e competenze che permette allo stato di controllare tutto nei più piccoli dettagli.
-
Mortificare i catalani, gli occitani della Val d’Aran e i baschi per accrescere il dominio dei castigliani e degli spagnolisti.
-
Appropriarsi delle ricchezze del paese in tutta tranquillità e indebolire le opposizioni democratiche del popolo.
In questa logica, il Tribunale Costituzionale spagnolo (composto da soci del Parti Popular al potere a Madrid e da soci del partito Socialista Operaio Spagnolo, al potere in alternanza, non rispetta l’autonomia della Catalogna intervenendo regolarmente per invalidare le leggi sociali che il suo parlamento adottava: tassa sulle banche; leggi di tutela dei cittadini succubi di ipoteche fraudolente; leggi per garantire alle famiglie povere l’energia elettrica, l’acqua e il gas; tassa per gli alloggi sfitti; politiche di uguaglianza tra uomini e donne; interdizione della corrida; leggi di divieto dell’estrazione di idrocarburi con la tecnica della frammentazione idraulica; imposizione d’una tassa alle società multinazionali di Internet per sostenere la cultura.
I media francesi hanno adottato i discorsi spagnolisti
Fin’ora la maggior parte dei media francesi sulla questione catalana hanno fatto disinformazione presentando gli indipendentisti catalani nelle più subdole maniere, riprendendo tutti gli argomenti dei nazionalisti spagnoli e concedendo prevalentemente la parola ai politici spagnoli, agli pseudo esperti fedeli a Parigi o solamente a spagnoli o catalani contrari all’indipendenza della Catalogna.
Hanno descritto l’elettorato indipendentista catalano come “eterocliti”, “radicalizzati”, “irresponsabili”, “privi di progetto per la società” e sistematicamente “in preda alle divisioni”. Risulta una minoranza minacciosa, con propositi di invasione, fanatica, settaria e legata all’islamismo radicale.
L’indipendentismo catalano è considerato un “veleno” ideologico e contagiosa sorgente di guerra, una “sceneggiata narcisistica” e un “populismo nazionalista” comparabile a “Trump e alla Brexit” e naturalmente con un sostegno popolare minimo.
Per contro viene esaltata ed esagerata la parte anti indipendentista vista l’8 ottobre in manifestazione e presentata come “maggioranza silenziosa” catalana mentre una gran parte dei manifestanti venivano dalla Spagna condotti da bus gratuiti pagati dal Partit Popular spagnolo. Naturalmente la Duchiarazione Unilaterale di Indipendenza viene considerato un “colpo di stato”.
Tale visione partigiana dei media francesi ha raggiunto il parossismo con un articolo del giornale Le Point del 1º novembre che qualificava Mariano Rajoy l’uomo incredibile del quale gli indipendentisti avevano sottovalutato le capacità.
Questa manipolazione dell’informazione ha come obiettivo di legittimare la politica repressiva del governo Rajoy agli occhi dell’opinione pubblica al fine che questa non faccia pressione sulle classi politiche e non esiga un intervento dell’Unione Europea, che continua a considerare la crisi catalana un “affare interno della Spagna”. Tutto ciò malgrado le violazioni operate dalle forze di sicurezza spagnole contro una popolazione civile e pacifica (come denuncia Amnesty International) e che infrange la Carta dei Diritti fondamentali dell’UE e la Convenzione Europea dei Diritti Umani (CEDU).
Tutto ciò aggrava il pericolo, per la nostra democrazia, che tutti i media “nazionali” francesi siano a Parigi e legati ai partiti dei circoli politici parigini. Non vi è diversità d’opinione fra gli intessi politici dello stato francese e quelli economici delle società del mercato straniero.
Il governo spagnolo, con la sua deriva mafiosa, autoritaria e antidemocratica è ben sorretto dai “grandi” del mondo. Siamo tutti in pericolo della privazione delle nostre libertà.
Verso una crescita della repressione del potere madrileno
Rajoy non è riuscito a provocare una radicalizzazione violenta degli indipendentisti per giustificare la repressione solo perchè i catalani hanno uno spirito civile. Tuttavia lunedì 16 ottobre la repressione anticatalana aumentò: vi fu l’arresto preventivo, col pretesto della sedizione, dei liders indipendentisti Jordi Cuixart (presidente di Òmnium) e Jordi Sanchez (presidente di ANC) divenuti di fatto prigionieri politici per delitto d’opinione.
Infine il governo spagnolo perseverò nell’intenzione di applicare l’articolo 155 e di sospendere quindi l’autonomia catalana. Il Primo ministro catalano rispose che avrebbe dato applicazione dell’indipendenza se Madrid fosse ricorsa all’articolo 155 della costituzione.
Ciò avvenne il 27 ottobre 2017 che è divenuto in giorno storico per la Catalogna, il Parlamento catalano proclamò l’indipendenza.
La repressione del governo spagnolo aumentò: destituzione del Governo e Parlamento catalani, convocazione di nuove elezioni in Catalogna per il 21 dicembre, arresto preventivo e abusivo della metà del Governo catalano compreso il capo del ERC (Esquèrra Republicana de Catalonya) raggiungendo così 10 prigionieri politici che rischiano 30 anni di carcere.
Non vi è alcuna garanzia che le elezioni del 21 dicembre siano democratiche visto che Xavier García Albiol, presidente del Partit Popular in Catalogna ha annunciato che la repressione continuerà se gli indipendentisti vinceranno nuovamente. Si pronuncia già per rendere illegali i partiti pro indipendenza catalana.
È vergognoso che il partito socialista all’opposizione a Madrid, l’Unione Europea e lo stato francese si associno ad un procedimento d’ispirazione franchista che nega la democrazia e i diritti umani. Il diritto all’autodeterminazione dei popoli è al di sopra di tutte le leggi o costituzioni statali.
ANÒC, scossa per la situazione in Catalogna e per i legami fraterni e storici tra occitani e catalani, sostiene le decisioni del Governo e del Parlamento catalani ed è convinta che la maggioranza indipendentista riuscirà a portare la Catalogna e la Val d’Aran all’indipendenza, pur con una lotta lunga e feroce.
L’attualità catalana è in evoluzione ogni giorno e la situazione può modificare velocemente e fatti nuovi possono succedere.
MANIFESTO DI TOLOSA
È stato pubblicato il Manifesto di Tolosa in sostegno alla Catalogna. Il manifesto “per la democrazia vista la situazione attuale in Catalogna” chiede a tutti i deputati europei di agire secondo la loro coscienza per difendere i diritti dell’uomo e il diritto all’autodeterminazione dei popoli sancito dalla Costituzione europea.
Questo manifesto è stato pubblicato dopo la manifestazione a Tolosa per la liberazione dei prigionieri politici catalani. Pubblicato su Change.org, il manifesto ha ottenuto più di tre mila adesioni.
Manifeste de Toulouse Pour la Démocratie, au vu de la situation actuelle en Catalogne
Au vu de la situation actuelle en Catalogne,
Au vu de la répression violente vécue par le peuple catalan,
Au vu de l’emprisonnement du vice-président et de 7 membres du gouvernement élu(e)s de Catalogne, et de deux personnalités de la société civile,
Au vu de l’interdiction de manifestation pacifique dans toute l’Espagne,
Au vu du mandat d’arrêt international illégal dans le cadre européen lancé à l’encontre d’un président de gouvernement et de ministres élus ayant appliqué leur programme électoral dans le plus grand respect des règles démocratiques,
Au vu de la persécution judiciaire et accusations de délit d’opinion, rébellion et incitation à la haine, infondées à l’encontre des maires catalans, instituteurs, chefs d’entreprises et personnalités de la vie associative,
Au vu du musellement autoritaire des médias et de la perte de liberté de la presse,
Au vu des pressions subies par les entreprises pour que celles-ci ferment leur siège social en Catalogne dans le but de déstabiliser l’économie catalane,
Au vu de l’installation d’un gouvernement non élu à la tête de la Catalogne,
Au vu de l’illégalité des décisions prises par le gouvernement espagnol et du tribunal constitutionnel,
Nous demandons à chaque député européen d’agir en son âme et conscience pour défendre les droits de l’homme et le droit d’autodétermination des peuples inscrits dans la constitution européenne.
Fait à Toulouse, le 11 novembre 2017
commenta