Marco Lombardo. Chi era costui? «Personaggio senza volto» lo definisce Anna Maria Chiavacci Leonardi nell’elegante edizione Meridiani Mondadori, per stupirsi poi – come tutti gli altri critici – che proprio a lui sia «affidato il più grande discorso politico della cantica, e forse del poema». E per di più nel canto centrale della Commedia!
Dante lo incontra nel Purgatorio, e dice di lui solo il nome, Marco. I critici lo chiamano Marco Lombardo, con la L maiuscola, come se fosse un cognome. Ma non è così: Lombardo fui, e fu’ chiamato Marco. Le informazioni che fin dai primi commenti vengono date su questo personaggio sono estremamente vaghe: non viene detto da quale famiglia provenisse, né in quale città vivesse.
Eppure in Italia viveva nel secolo precedente un uomo che in tutti i documenti viene chiamato «Marco di Lombardia». Era un uomo semplice, lombardo, ma molto importante: dopo aver conosciuto il catarismo a Roccavione, nelle valli occitane del Piemonte, fondò, e poi ne fu il capo, la Chiesa catara più importante in Italia, quella di Concorezzo, di fatto la Chiesa di Milano.
A quanto mi risulta nessuno dei commentatori italiani ha mai pensato di porre in relazione il Marco Lombardo dantesco con il Marco di Lombardia cataro. E pensare che dice cose molto «catare», tant’è vero che è proprio qui che la censura dell’Indice tagliò intere terzine.
A lui Dante fa una domanda importantissima: Da dove viene il male?
Con lui Dante affronta il problema fondamentale del libero arbitrio.
A lui Dante affida uno dei punti nodali del proprio pensiero politico: il ruolo di Chiesa e Impero.
A lui Dante affida anche la sua nostalgia per il mondo pacifico, sobrio e pudico delle generazioni passate, il suo dolore per la scomparsa della «cortesia», per la scomparsa dei «buoni», per la scomparsa (questo lo dico io) del catarismo, che non era solo una fede: era un modo di vivere, un sistema di valori sociali e culturali, quel sistema di valori che Dante chiama cortesia.
Marco Lombardo non è «personaggio senza volto»: è Marco di Lombardia, il fondatore e capo della Chiesa catara più importante d’Italia.
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