In occasione della giornata del Pen Internazionale dello Scrittore in Prigione, il 15 novembre 2016, il Comitato degli Scrittori in Prigione esprime la sua preoccupazione sulla repressione impunita contro la libertà di espressione, la libertà di stampa e la libertà di creatività artistica.Centinaia di scrittori, giornalisti, bloggher e artisti sono stati attaccati durante questi 12 mesi. Alcuni sono stati assassinati o sono scomparsi. La morte di Anna Politkoskaya è tuttora impunita, 10 anni dopo.
In occasione del congresso del PEN internazionale riunito il settembre scorso a Ourense, in Galizia, Spagna, una decina di risoluzioni adottate hanno tracciato un bilancio ancora insufficente e parziale. In verità, la lista dei paesi ad alto rischio per la letteratura e la libertà di espressione e di opinione resta non esaustiva.
Con 10 morti e un gran numero di feriti , l’Afganistan vive nel 2016 l’anno più sanguinoso per i professionisti dei media, per gli scrittori e intellettuali. In Bangadesh, vige una impunità flagrante per l’omicidio di editori, bloggher, .universitari, attivisti della società civile e religiosi delle minoranze. Cuba non smette di perseguitare e arrestare giornalisti, scrittori e bloggher per reato d’opinione.
In Egitto un numero inquietante di scrittori e giornalisti sono stati perseguitati o imprigionati per aver esercitato il loro diritto alla libertà d’espressione, alla libertà di stampa, o alla creatività artistica. In Eritrea non esistono canali indipendenti da 15 anni. Avvengono arresti arbitrati sistematici, sparizioni violente e esecuzioni extragiudiziali. 17 giornalisti sono stati vittime di sparizioni forzate, tra cui Dawit Isaak, giornalista, drammaturgo, poeta svedese-eritreo, detenuto dal settembre 2001.
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