La vicenda delle tre sorelle sembra proprio esemplificare quella vecchia massima di saggezza centenaria che dice che ognuno di noi forma il proprio futuro attraverso le proprie opere, e che queste possono creare un proprio inferno personale, come anche permettere a Dio di donarci il paradiso. Povera la sorella «che si tolse la cintura della verginità».
Siobhan Nash-Marshall
Erano tre sorelle
simili alle tre Grazie:
le tre belle fecero tre voti
davanti ai tre altari.
La maggiore disse: «Dio del fulmine,
a te dedico i miei capelli d’oro».
La mediana disse: «Scaltro Imene,
a te offro il mio anello di fuoco».
La minore disse: «Voluttuosa Asdghig,
prendi la cintura fiorita della mia verginità».
Colei che dedicò i suoi capelli a Zeus
sette corone di sette nazioni legò
al trono di Ardashes.
Colei che diede il suo anello a Imene
sette meravigliosi eroi generò
alla possente Armenia.
Colei che si tolse la cintura della verginità
quella divenne la sorella sofferente,
e nel bordello vendette melagrane.
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