Ines Cavalcanti è la persona dalla mente più dinamica, più fervida che io conosca. Mi viene in mente l’aria del Barbiere di Siviglia «un vulcano la mia mente incomincia a diventar». Così è Ines, un vero e proprio vulcano, solo che, a differenza di Figaro, a mettere in moto la sua mente non è «l’idea di quel metallo», ma la passione. Chi la conosce lo sa: sa della sua profonda passione per la lingua occitana e per la cultura occitana, che si è allargata poi alla difesa di tutte le lingue e culture minoritarie.
Io mi occupo di Dante e del catarismo. Dieci anni fa, esattamente dieci anni fa, Ines mi contattò perché aveva letto il mio primo libro ·”Le segrete cose: Dante tra induismo e eresie medioevali” (Ed. Moretti $ Vitali) e da allora, dato il rapporto esistente tra Dante e la lingua occitana e tra catari e Occitania, mi ha invitato a tenere molte conferenze nelle varie località, nelle bellissime valli del Cuneese.
Questa primavera è nata una nuova idea: «Tu fai tante conferenze» – mi ha detto Ines un giorno – «perché non ne facciamo dei video da mettere sul sito della Chambra? Può girarli Andrea Fantino che è bravissimo... Fredo Valla potrebbe fare la supervisione... poi li sottotitoliamo in inglese...». La cosa straordinaria di Ines è che non solo ha le idee, ma le realizza!
E infatti, il primo video è pronto, realizzato da Andrea Fantino, supervisionato dal grande Fredo Valla e sottotitolato in inglese.
Dante e la lingua occitana
Nella Divina Commedia vi sono otto versi in lingua occitana, la lingua d’oc, come si chiamava allora, ed è l’unica lingua «straniera» presente nel poema.
Nel territorio che oggi è la Francia si parlavano due lingue diverse: la lingua d’oïl nel Nord e la lingua d’oc nel Sud. Ma non era solo una questione di lingue diverse. Si trattava di due culture profondamente diverse, di valori diversi e di religioni diverse, o, per essere più precisi, di due cristianesimi diversi: il Nord era cattolico, mentre nel Sud gran parte della popolazione, e soprattutto la nobiltà, avevano aderito all’eresia catara.
Erano i cosiddetti Albigesi, contro i quali papa Innocenzo III indisse una crociata, una guerra di religione che distrusse i paesi del Sud (la Provenza, la Linguadoca, ecc.). Poi i vincitori hanno imposto (come sempre) la loro lingua (la lingua d’oïl che diventerà il francese), la loro cultura (i romanzi del Graal) e la loro religione (cattolica).
Con un coraggio da leone Dante prende posizione a favore della cultura occitana, della poesia dei trovatori e dei valori da loro trasmessi. Tra le righe, ovviamente, perché era schierato dalla parte dei vinti, e la guerra era ancora in corso.
Il progetto è molto ambizioso. L’idea è di girare una serie di video, della durata di circa un quarto d’ora ciascuno, sui tanti diversi aspetti concernenti il catarismo di Dante: i personaggi catari presenti nella Commedia, la loro dottrina, il loro rapporto con i sacramenti cattolici, le calunnie che da sempre vengono dette su di loro, ecc.
Certo, sono tutte cose che sono scritte nei miei libri, soprattutto nel mio secondo libro “Libertà va cercando: il catarismo nella Commedia di Dante” (Ed. Moretti $ Vitali) ma... ha ragione Ines: oggi ci sono nuovi mezzi di diffusione delle idee ed è giusto usarli. Far conoscere il vero Dante, il Dante eretico è la ragione per cui ho scritto i libri, per cui continuo a tenere conferenze e se c’è un altro mezzo che mi consente di far giungere la voce a persone diverse, perché non usarlo?
Essendo dei video, il tono sarà ovviamente più lieve e diretto, potrei dire... meno noioso, rispetto a un libro; ma il contenuto non è superficiale e, soprattutto, è rigorosissimo per quanto riguarda la verità storica.
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