Lo scollamento tra la società reale di chi si arrabatta tutti i giorni per una vita dignitosa e la politica italiana si amplia di giorno in giorno. Chi non vive di politica fa fatica ad accettare i quotidiani teatrini che coinvolgono i soliti noti: politici (non statisti: non ce ne sono più!), giornalisti con pretese di infallibilità, burocrati che vorrebbero centralizzare tutto a Roma (notoriamente luogo di massima efficienza e correttezza amministrativa....), tecnici affiancatori dei potenti, ecc.
E’ ovvio che le bugie o le apparenti verità non sono afferrabili da tutti ma, prima o poi, i nodi verranno al pettine.
Quando la ministra Boschi si vanta della riforma delle Provincie l’uomo della strada non si rende conto che invece è stata fatta un’operazione folle e senza senso che crea vuoti di gestione del territorio con competenze dubbie e con l’assurdità delle provincie metropolitane. Torino governa da Ceresole alla valle Pellice; comandano e governano politici che della montagna reale non sanno nulla (e hanno in testa l’equazione: montagna vuol dire Cortina, Sestriere, Limone Piemonte, ecc.).
Quando la ministra Boschi si vanta di aver tolto il patto di stabilità dice una cosa vera. Si dimentica di dire che contemporaneamente è stato creato un tipo di pareggio di bilancio che blocca di fatto gli investimenti dei comuni: anche quelli sotto i 1000 abitanti che del patto di stabilità erano esenti. Tutto peggio di prima.
In un momento di stagnazione economica (la favola della crescita la gente la verifica contando i disoccupati, le imprese che chiudono, i figli mandati all’estero) si bloccano le opere pubbliche che dal 1929 hanno rappresentato il volano della ripresa economica nei periodi di crisi, impedendo la realizzazione di opere utili a quello che resta dei comuni italiani. Nel caso del mio comune i circa 90.000 euro dell’avanzo di amministrazione 2015 non si potranno praticamente utilizzare. Questa somma è il frutto di 12 anni di governo del territorio nei quali gli amministratori hanno rinunciato a indennità e gettoni di presenza svolgendo il loro lavoro gratuitamente per l’amore al loro paese.
Ora questi soldi sono bloccati impedendo la realizzazione di opere che si intendevano realizzare nell’ambito del PSR.
E’ tornato lo sceriffo di Nottingham?
Le grandi intelligenze che pullulano a Roma hanno pensato che non potremo utilizzare fondi europei in quanto non in grado di operare il relativo cofinanziamento? Lasceremo tornare a Bruxelles questi soldi nel consueto piagnisteo per l’inefficienza italiana?
Questo ultimo provvedimento sta riuscendo a completare l’opera di scollamento con la classe politica anche nei confronti degli amministratori locali che operano in grande parte come volontari.
I sindaci (ovviamente non quelli allineati alla politica sempre e comunque, per vari motivi, non tutti nobili) sono stufi di farsi dire da altri quello che è giusto o non giusto fare nei loro paesi, sono stufi delle normative che cambiano in continuazione (ma i commercialisti ne sono felici), delle incombenze burocratiche senza senso con le imposizioni fatte da uffici romani ben riscaldati e con scrivanie sgombre da pratiche dove il sudore non è di casa.... e che soprattutto, del territorio, l’altro, non sanno nulla.
Al riguardo pensiamo solo all’imposizione della predisposizione, ora semestrale, del DUP: un documento di 130 inutili pagine dove ai comuni (che appunto hanno di fatto le spese di investimento bloccate e, tranne i pochi che hanno la sfera di cristallo, il futuro delle risorse disponibili è totalmente sconosciuto) viene imposta la programmazione triennale delle opere pubbliche. Chi ha pensato questa norma dovrebbe essere subito denunciato per il danno che procura all’erario per il tempo sprecato ( ripeto: 130 pagine) nella compilazione di un documento COMPLETAMENTE INUTILE E SENZA SENSO. Questa è solo una delle ultime chicche!
I sindaci sono stufi di trasferire le proprie risorse a Roma, sono stufi di fare un volontariato che il Parlamento, nel concreto, combatte.
Il prelievo delle risorse comunali non ha limiti. Ogni anno i trasferimenti dallo Stato (che vuol dire rendere un po’ di soldi che abbiamo dato) diminuiscono. Ostana versa a Roma circa 350.000 euro di IRPEF (senza contare Imu, iva, accise che ogni cittadino paga quotidianamente..) e lo Stato ne rende più o meno 20.000 (altri 5000 in meno rispetto a quelli del 2015 e 12000 in meno rispetto al 2014 e un quinto di pochi anni indietro). Il prossimo anno ci chiederanno di stampare moneta e mandarla a Roma?.
Qualcuno comincia a chiedersi che ci stiamo a fare in questo Stato dove i poveri fanno l’elemosina ai ricchi.
I Comuni, specie quelli piccoli sono stati via via privati delle risorse con continui tagli: facile e vigliacco tagliare a chi è indifeso. Ovviamente i grandi comuni hanno subito un trattamento diverso (ANCI, dove comandano i sindaci delle grandi città, se ci sei batti un colpo!) ben notoriamente essendo sovente preda di inefficienza (da noi nessuno bolla la presenza in pigiama o va a fare attività sportive in orario di lavoro..).
Naturalmente il debito pubblico continua a crescere, segno che NON SI E’ TAGLIATO DOVE SI DOVEVA! Ma i poteri sono troppo forti: e così si manda a picco l’Italia!
Molti di noi pensano che queste vessazioni vigliacche abbiano il solo scopo di far scomparire i piccoli comuni. Sarebbe la fine dell’Italia, paese che ha le maggiori ricchezze mondiali di arte, cultura, monumenti, ambiente, tutte risorse non sfruttate con politiche adeguate: la vera miniera abbandonata dell’Italia che non è solo nelle città d’arte!
Qualche giorno fa in Trentino le volontà della politica (quasi tutti i partiti insieme appassionatamente...) di fondere Comuni ha subito una sonora sconfitta da parte della gente: ma chi se ne frega! Avanti tutta!
Mattarella dice che i comuni sono una parte preziosa dell’Italia: applausi dalla politica! Ma un minuto dopo avanti con gli incentivi per fonderli e farli scomparire! Che teatrino alle spalle degli italiani che continuano a bere tutto ( ma è così almeno dal 1922....). Con il pretesto del risparmio (tesi ovviamente mai dimostrata).
Resteranno le responsabilità di chi ha voluto e di chi ha votato queste leggi (ci saranno ancora i verbali delle sedute del Parlamento?) e la Storia farà giustizia: ma sarà solo una magra consolazione che i territori desertificati non saranno ormai in grado di apprezzare.
Che peccato.
Buon lavoro
Giacomo Lombardo (sindaco pro tempore di Ostana).
Ps.
Anche se so che probabilmente per qualcuno, spero non tutti, sarà cosa sgradita, aggiungo una meditazione di ANNIBALE SALSA (antropologo, geografo, past-president generale del CAI e galantuomo...).
Il concetto di "fusione" implica l’eliminazione delle parti (i piccoli Comuni) che andranno a comporre la nuova realtà da fondere. Le singole componenti perdono ogni autonomia e riconoscibilita' anche nel nome che spesso viene sostituito con nomi di fantasia, poco collegati al territorio di riferimento. Una operazione di rimozione della memoria storico-identitaria iniziata con Napoleone e proseguita sotto il fascismo. Non si tratta di evocare anacronistici campanilismi ma di contrastare, fenomeni di spaesamento e di perdita del sentimento di appartenenza alla comunità.
Nella "unione" si possono realizzare le stesse necessarie economie attraverso la gestione associata dei servizi, ma salvaguardando l'autonomia dei singoli comuni sia in termini di riconoscibilità che di denominazione. Il concetto di "unione" riprende anche filosoficamente quello di "unità nella diversita", concetto nobile e rispettoso della rappresentanza di tutti.
Ps.
Dopo un mese dalla mail spedita a TUTTI i parlamentari piemontesi (22 senatori e 43 deputati) ho ricevuto una sola risposta da un deputato che mi ringraziava e che avrebbe tenuto conto delle osservazioni.
Casualmente poi ho incontrato una parlamentare che alla mia richiesta sul perché non mi avesse risposto mi ha candidamente detto che non aveva visto la mia mail, probabilmente ritenuta non significativa dalla sua segreteria e quindi cestinata.
In questa risposta sta tutto il problema, non vogliono essere disturbati dalle nostre interferenze: non disturbare il manovratore che è al disopra dei nostri “problemucci”. Anche dopo questo incontro ovviamente: nessuna risposta.
D’altra parte i problemi che noi poniamo non possono incidere più di tanto nella sfera delle loro proposte eventuali in sede politica (non parliamo di decisioni), riservata alle segreterie dei partiti (tutte urbano-centriche e ignoranti dei territori non tali). E poi tutti “tengono famiglia” e le elezioni sono vicine......
E continuano gli scandali giornalieri: corruttele, reti mafiose (che sovente toccano nel profondo la politica) che affossano il bilancio dello Stato che copre queste “uscite” (vedi banche) tartassando i cittadini e tagliando le risorse ai comuni (specie quelli piccoli che non hanno difensori d’ufficio), così costretti a diminuire i già scarsi servizi.
e questa è solo la punta dell’iceberg.
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