María Clara Sharupi Jua è una poetessa nata e cresciuta a Morona Santiago, nella foresta amazzonica ecuadoriana, e attualmente vive e lavora a Quito. La lingua madre di María Clara è lo shuar-chicham, lingua custodita dagli Shuar, un popolo antichissimo che vive nella foresta amazzonica da migliaia di anni, ancora prima della comunità Incas.
La poesia di María Clara nasce dal profondissimo legame che esiste fra la Natura e gli Shuar, termine che nella loro lingua significa difensori della natura. La loro cultura prettamente orale e le loro tradizioni millenarie hanno saputo resistere a secoli di tentativi di annientamento e questa forza si riflette nella potenza poetica della Sharupi, che intende proprio recuperare questa oralità. In essa si parla di amore, filiale o erotico, della spiritualità e della saggezza donate della Natura, ma anche di guerre e di sofferenze, attraverso le quali gli Shuar rivendicano il loro diritto alla libertà e al senso di appartenenza. La stessa poetessa dice: “Voglio comunicare la saggezza dei miei antenati e l'oralità della mia cultura perché esse vivono in ogni parola che scrivo. C'è tanta ricchezza in queste lingue originarie, ma sono minacciate e, se non prestiamo attenzione, si estingueranno”.
Il lavoro di María Clara è stato pubblicato in numerose riviste letterarie e diverse antologie, fra cui Amanece en nuestras vidas, la prima raccolta di poesie di scrittrici indigene ecuadoriane, e Collar de Historias y Lunas, un'antologia che raccoglie i lavori di poetesse provenienti da tutta l'America Latina.
Il suo impegno nell'attività di difesa della causa degli Shuar non si esaurisce nell'ambito della poesia, ma la vede protagonista in diverse iniziative politiche e sociali in difesa delle minoranze, degli operai e delle donne. Inoltre organizza letture poetiche in università e festival di poesia internazionali ed è membro del World Poetry Movement.
Una sua lettura poetica: https://www.youtube.com/watch?v=D15Z9YTxEYU
Un estratto di una sua conferenza: https://www.youtube.com/watch?v=DN0k6YHKCBg
ANTOLOGIA
TESTO ITALIANO
-Come Nantar e Namur
Non è facile riconoscere che abito in me;
l’involucro che mi protegge
non è il tarach’i che ha tessuto mia madre
Nankui,
non è nemmeno la pelle di Shakaim,
né il suo sangue fatto colore.
Tuttavia,
il profumo che mi adorna
seduce i miei istinti
e mi sveglio protetta dalle braccia di
Arutam.
Le mani mutanti che portarono i
conquistatori
pretesero di confezionare il mio destino,
come aquila m’infilai sotto la pelle del
vento,
“jibara” fu il nome con cui mi
fustigarono,
raffica di munizioni e cordite furono
i semi nel mio cuore
e presero per la corona spagnola
i cibi più sacri per calmare
la loro sete di pietra morta.
Mi sveglio nuotando in un mondo di idee
nuove
come Nantar nella fattoria di mia madre
con un canto e un pianto insieme
come semi di manioca
numeri senza fine.
Namur non è morto,
entra senza chiamare,
se ne va senza salutare,
nasce in ogni sperma fertile e in ogni
ovulo fecondo,
in ogni parola che dipingo.
Nemmeno gli artigli dell’audace Ayumpúm sono tanto
forti
da zittire la mia voce.
-Ubriacami coi tuoi baci
Ubriacami coi tuoi baci anima mia,
bacia le mie labbra,
pettina i miei capelli con le tue dita di seta
ed esplora con le tue mani,
l’anent de Sekut
scioglie il makich dalle mie caviglie,
lo shakap dei miei fianchi
sono tutta nuda e aspetto te.
Abita la mia casa,
prendimi con la dolcezza delle tue parole
e brucia le mie paure con il fuoco della tua pelle.
Raccogli i mie passi con i remi della tua
zattera,
avvicinati alla riva della mia spiaggia,
è il porto di naikim.
Ubriacami con i tuoi baci,
con la chicha masticata e la saliva
avvelenata
con la linfa di Arutam.
Non ti allontanare vita mia,
desidero svegliarmi
nelle tue braccia di cotone,
sommergermi nella profondità del tuo
abisso
e addormentarmi sulla pietra dei tuoi occhi.
-Il mistero di Arutam
Nella tua saggezza e amore hai formato l’essere
umano,
in lui c’era il mio nome
e quello di tutti i tuoi figli,
nelle fronde degli alberi hai creato il coro degli uccelli
serenata unica che accarezza la mia pelle
ad ogni alba.
Nel cuore della terra l’anima della donna,
nelle mani del bambino hai dipinto le
prime luci,
nei solchi della vita il volto di un anziano.
Sono le tue mani un alveare che conserva
le carezze e le lacrime dei tuoi figli,
acqua sacra che distrugge le paure,
fiumi che liberano frontiere,
porto che protegge l’arena del mare.
Il tuo cuore è un cielo d’arcobaleno,
di tuoni e lampi nell’azzurro
infinito,
ad ogni battito pronunci il mio nome,
in ogni contrazione dici di amarmi,
mi tieni tatuata negli occhi
Sussurro di carezze è la tua voce,
profumata con il colore delle nuvole,
adornata con i fiori del sogno,
voglio camminare al tuo braccio
nelle mie notti di paura e dolore,
desidero ereditare il tuo amore
nella radice della tua esistenza voglio vivere.
commenta