Come è a tutti noto, la Grande Guerra, si svolse dal 28 luglio 1914 all’11 novembre 1918, per l’Italia l’inizio avvenne, però, il 24 maggio 1915. Per pubblicizzare l’entrata dell’Italia in guerra contribuì non poco la campagna di convingimento svolta dalla stampa, anche se va ricordato che l’Italia nel 1914 era un paese ancora largamente semianalfabeta.
Il censimento del 1911 aveva decretato che solo il 62% degli italiani di età oltre i sei anni sapeva leggere e scrivere; si andava dal 90% del Piemonte fino a arrivare al 30% in Calabria.
Nonostante questi dati scoraggianti, negli anni precedenti all’entrata in guerra, l’industria dell’informazione si era sviluppata in modo considerevole, modernizzando le tecniche di produzione e distribuzione di giornali, libri e quant’altro. Le principali testate d’opinione: il Corriere della Sera, La Stampa, Il Secolo, Il Mattino, Il Giornale d’Italia, La Tribuna, l’Avanti e Il Messaggero si rivolgevano, a quel tempo, ad un pubblico di oltre un milione di lettori. Confronto largamente perdente con altre Nazioni come ad esempio la Francia che raggiungeva con le sue 200 testate della stampa una tiratura di oltre 10 milioni di copie!
Comunque con l’inizio della guerra le vendite in Italia dei quotidiani e dei periodici aumentarono vertiginosamente. Il Corriere della Sera salì da 350 mila copie a una media di 500-600 mila. La Stampa raggiunse le 200 mila e il Resto del Carlino le 150 mila e il Gazzettino addirittura passò da 30 mila a150 mila copie.Una parte non marginale nel pubblicizzare la guerra fu svolta dai fumetti.
Tra tanti autori di fumetti, un posto di rilievo compete ad uno, molto conosciuto in Italia, in particolare in Piemonte, ma specificatamente in provincia di Cuneo e più precisamente a Vernante: ovvero Attilio Mussino. Come è noto, il Nostro intorno alla metà degli ani ’40 si trasferì da Torino a Vernante dove continuò a dipingere e fece gratuitamente da maestro ai giovani che desideravano apprendere l’arte del disegno e della pittura. Mussino raggiungerà la notorietà per aver dato il volto definitivo al libro Pinocchio di Collodi.
Ci lavorò tre anni illustrando 400 tavole a colori e in bianco e nero per la prima edizione di lusso del Pinocchio di Collodi. Sarà il suo capolavoro, creando il Pinocchio che tutti conosciamo dal naso lungo e dalla figura legnosa. Morirà a Vernante il 16 luglio del 1954 a 76 anni e a vegliare sulla sua tomba del locale cimitero si trova un Pinocchio in lacrime.
A perpetuare a Vernante, in Val Vermenagna, il ricordo di Attilio Mussino ci hanno pensato Carlet e Meo (Carletto Bruno e Meo Cavallera) ai quali va il merito di aver realizzato gratis, sui muri delle case del paese, oltre 150 murales che narrano la favola di Pinocchio.
L’idea dei murales fu di Carletto Bruno, e siamo nel 1989: si trattava di riprodurre fedelmente le tavole di Attilio Mussino disegnatore di tanti periodici dell’infanzia tra cui il famoso Corriere dei Piccoli. Sappiamo che i murales sono stati tutti eseguiti con materiali messi a disposizione dalla Pro Loco di Vernante. Dopo la preparazione del muro, sul medesimo viene schizzata con gesso la scena e successivamente dipinta. Su tutti i murales oltre la firma di Carlet e Meo è sempre riprodotta quella di Attilio Mussino.
Così che Vernante è diventato il paese dello Zio di Pinocchio come Collodi in Toscana è il paese di Pinocchio.
Credo che tutto quanto ho sopra descritto sia abbastanza noto a molti lettori, ma sono certo che pochi sanno che Attilio Mussino ebbe una parte importante prima e durante la Grande Guerra. Nel corso del primo conflitto mondiale, nelle Scuole Italiane, i Maestri furono determinanti nel creare nei bambini lo spirito di crociata a base di odio per lo storico avversario austriaco.
Un ruolo principale fu soprattutto affidato ai personaggi a fumetti, in prima linea troviamo il personaggio Schizzo, fumetto che vide la luce il 15 settembre 1912, creato dalla matita del nostro Attilio Mussino e largamente pubblicizzato per anni sul Corriere dei Piccoli, nato come supplemento del Corriere della Sera nel 1908. Ricordo che il Corriere dei Piccoli venne utilizzato come strumento per educare i giovani alla guerra e come arma di propaganda anche in chiave irredentista. Con Schizzo, nel fumetto del Corriere dei Piccoli, il popolo dei giovanissimi italiani fu così coinvolto nella guerra. I bambini vennero rappresentati come figure vittime del dovere, come l’orfano di guerra, il profugo, il figlio povero del richiamato, ecc. Va precisato che Schizzo nacque ben prima della Grande Guerra, esattamente nel 1912, e venne rappresentato da Mussino come ardimentoso sognatore di imprese straordinarie, sarà il primo fumetto a trasmettere una partecipazione esplicita per la guerra. Descrivere tutte le avventure di Schizzo credo, che dopo 100 anni, sia oggettivamente difficile, ma ci tenevo a ricordare questo personaggio uscito dalla matita di Attilio Mussino. Tra tante belle storie raccontate da Mussino ne voglio ricordare una che credo sia significativa e sarà la prima avventura del piccolo Schizzo.
Il personaggio Schizzo dopo aver accompagnato il fratello maggiore alla partenza della guerra si addormenta sognando di vedere una rapida carriera militare che l’avrebbe portato a guidare, da Generale, le truppe italiane.
Ma Mussino, oltre a partecipare in prima persona, come soldato, alla Grande Guerra nel 1917, venne impiegato anche come autore di cartoline di propaganda dal gruppo di bambini dolenti, vestiti di stracci che invocavano aiuto al giovane fante in uniforme.
Ricordo che nel periodo in cui Mussino partecipa alla guerra il personaggio Schizzo continua a vivere sul Corriere dei Piccoli nella matita del suo coautore Moroni Celsi.
Il racconto eroico per l’infanzia cessò a gennaio del 1919 dove Schizzo vede ritornare, sicuramente felice e contento, i soldati Italiani a casa.
Con questo mio scritto credo di aver svelato a molti lettori, e forse anche a molti abitanti di Vernante, ciò che non si conosceva di Attilio Mussino.
Spero di esserci riuscito, precisando che molte delle notizie che ho elencate le ho tratte da un ottimo libro sulla Grande Guerra, appena letto, scritto nel 2014 da Marco Mondini, che ha per titolo LA GUERRA ITALIANA.
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