Sabato 21 febbraio alle ore 17 verrà inaugurata, presso la sede del Parco Alpi Marittime a Valdieri, l’esposizione realizzata da Espaci Occitan dedicata a maschere e momenti tipici dell’inverno di Villaro di Acceglio in Valle Maira, alle ore 21 si svolgerà la conferenza della Dr.ssa Rosella Pellerino sui carnevali alpini e le feste d’inverno nelle valli occitane: ritualità, simbologia, costumi e personaggi. . La mostra reserà aperta fino al 20 marzo dal lunedì al venerdì ore 9/12-14/17. E ancora dedicato al tema il 22 febbraio alle ore 21 se terrà la serata, presentata da Dario Anghilante: Baìo – Noi vogliamo fare gli sposi…io faccio la sposa! Con proiezione del documentario di Paolo Ansaldi edito da Chambra d’oc, dedicato alla Baìo di Sampeyre in Valle Varaita. Seguono proiezioni di materiali in web sul tema dei carnevali in valle di Susa.
Dedicata al Carnevale di Villaro di Acceglio, la mostra illustra i principali personaggi che componevano la grande Compagnia del carnevale accegliese, festa d’inverno ricca di simboli legati alla rinascita e alla fertilità, organizzata su più giorni nelle settimane precedenti la Quaresima. L’antico Carnevale di Villar di Acceglio, chiamato dalla popolazione “Barbòiras”, maschere in lingua occitana, fu una manifestazione molto sentita e seguita in passato. Si rappresentava nel periodo del carnevale e costituiva un momento molto importante di aggregazione per la popolazione di Acceglio che partecipava in maniera molto compatta alla preparazione dei costumi e della scenografia.
Le origini di questo carnevale sono dubbie: si è tramandato fino a noi oralmente. Rappresenta una delle manifestazioni più particolari e ricche di iconografia delle Alpi piemontesi. Il gruppo delle maschere, guidate dal Comandante, secondo il rituale si spostava lungo gli abitati di Villaro e Borgo Villa. I personaggi erano numerosissimi: i Sapeurs, il Pulcinella, gli Arlecchini, il Carnevale, l’Orso, il Cacciatore, il Dottore, il Cantiniere, il Diavolo, gli Sposi, , l’Ebreo Errante, il Giudice, il Becchino, la Quaresima, gli Avvocati e molte altre comparse. Queste maschere erano il frutto di antichissime tradizioni e credenze popolari ben radicate sul territorio che si fondevano con fenomeni culturali riscontrati anche in altre zone delle Alpi e che da sempre sono oggetto di studio e approfondimento da parte di antropologi e etnografi tra cui Piercarlo Grimaldi, Professore Ordinario di Antropologia Culturale e Rettore dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo che documentò e filmò l’edizione del 1991. Fu quella l’ultima rappresentazione di questo Carnevale, più ridotta rispetto al consueto a causa delle sempre maggiori difficoltà di organizzazione, di reperimento dei materiali di scena e dei costumi, della mancanza di attori, del venir meno delle persone più anziane capaci di preparare gli abiti e disposte ad impegnarsi nell’allestimento della scenografia. Proprio in considerazione del rischio di perderne memoria, con questa semplice ma significativa mostra, Espaci Occitan ha inteso produrre un’occasione per ricordare la festa delle Barboiràs del Vilar offrendo al Comune di Acceglio, ultimo destinatario, uno strumento evocativo, nella speranza di una futura eventuale riedizione. Gli elementi artistici che compongono la mostra, realizzati su supporti di recupero, generalmente vecchie porte e finestre, rielaborati e adattati a contenere la raffigurazione delle tradizionali “Barbòiras” è stata realizzata da Espaci Occitan con la collaborazione degli artisti Piero e Sara Benedetto, della Dott. Rosella Pellerino e degli architetti Paolo Peano e Cristina Bollano. Diciassette sono gli elementi che riportano i ventitrè principali soggetti della festa con annessi oggetti tradizionali prevalentemente originali legati al tema della raffigurazione. Rosso, giallo e nero, come la bandiera occitana, sono i colori prevalenti, ma compaiono anche il blu, simbolo dell’azzurro intenso del cielo delle Alpi, e tocchi di oro e argento. Con spirito di genuinità, senza seguire correnti varie o grandi maestri, sono stati volutamente ignorati i canoni classici della pittura per privilegiare una rappresentazione della quotidianità più semplice, scene di vita comune. Ispirandosi all’esempio più noto degli ex voto o P.G.R., immutati, immutabili e spontanei, i dipinti sulle tavole sono stati realizzati in uno stile un po’ naif, grossolano, popolare, a volte con figure stilizzate ma comunque tese a cogliere momenti reali e situazioni tipiche. Vagamente influenzati dall’immaginario iconografico della favola di Pinocchio gli artisti hanno impostato ogni opera con semplice effetto di tridimensionalità per formare una sorta di percorso ludico, indirizzato a spronare l’interesse e la curiosità anche di piccoli visitatori.
L’idea progettuale, ammessa a contributo sul bando Esponente 2013 della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, è stata realizzata in continuità agli interventi promossi da Espaci Occitan in favore della valorizzazione e tutela del patrimonio culturale sostenuti dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte.
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