Sono anni che gli italiani sono in una situazione di apnea: non della respirazione, ma della partecipazione attiva alla politica. Brevi sussulti, il più delle volte purtroppo a livello estremistico, e poi di nuovo sotto..
Negli infiniti talk-show televisivi gli stessi personaggi da decine d’anni: politici che vivono di politica e della propria immagine (plurimilionari ormai, che sovente passano da un partito all’altro, da una sconfitta all’altra ma che sempre risorgono, sovente incappati in incidenti giudiziari …) e giornalisti, a volte superstipendiati, con medesimi fini; più o meno compiacenti nei confronti degli interessi e dei venti che soffiano in quel momento.
Giornalisti che continuano a intervistare personaggi che dovrebbero essere ritenuti impresentabili se la dignità loro, ma anche di molti spettatori (che “ricevono” e trangugiano tutto senza far passare nulla attraverso la selezione che dovrebbe essere imposta dal proprio cervello) non permettesse ciò, in modo acritico. Personaggi che hanno portato l’Italia a questo disastro e che continuano a sputar sentenze come se fossero vissuti in un altro mondo e non fossero stati parte della generazione dello stesso. Non saranno le loro parole e le loro promesse che rimetteranno l’Italia sui binari dello sviluppo e della nuova occupazione. Una rete, che raggruppa anche altri potentati, esiziale per il Paese Italia.
Ad un imbonitore ne succede un altro: proposte e programmi che il perverso intreccio di interessi, personali o di categoria, di egoismo, non lascerà passare. Ma intanto si tengono le posizioni e il tempo passa (con relativo incasso delle ricche prebende che le funzioni giustificano: ovviamente più per livello normativo che per i risultati). Chi, negli organismi pubblici, ha stipendi di molto superiori a Obama, naturalmente non accetterà riduzioni di remunerazione e impugnerà i provvedimenti, ove si concretino, perché non vorrà mollare un euro di questi soldi “rubati”.
Nessuna funzione e nessuna capacità manageriale può giustificare questi eccessi retributivi!
Ovviamente questi non intervengono per dare efficienza (qui si ci sarebbero i risparmi..) agli enti da loro diretti dove sovente la qualità del “lavoro” si avvicina pericolosamente allo zero. E’ dimostrato che più gli organismi pubblici sono grandi più sono inefficienti. Vengano a vedere i ritmi di lavoro nei nostri piccoli comuni!
Il Paese è incagliato da forze antagoniste che si contrappongono; non solo i partiti, ma anche i sindacati e le lobbies dalla vista corta posizionata sugli interessi delle proprie parti. E ancora: associazioni di categoria con le visuali che arrivano appena oltre il naso, incuranti del bene comune, e complicità vendute per quattro denari, istituzioni pubbliche come l’esercito dove ci sono più graduati che soldati con fior di generali strapagati: e via amaramente elencando!
Veti contrapposti che solo un potere forte, in una situazione di forte condivisione, riuscirebbe a demolire.
Renzi ci riuscirà, aldilà della demagogia preelettorale che ricorda altri personaggi che oltre alle parole non hanno realizzato nulla? Ultima spiaggia e ultima diga al peggioramento della situazione economica e al disordine che ne potrebbe derivare a causa anche di una degenerazione generale del senso di giustizia, dei valori civili, della solidarietà, del valore del lavoro (da fare bene qualsiasi esso sia)che coinvolge buona parte del Paese: elementi negativi che hanno origini ben precise.
Due per tutti: a) l’avvento di programmi televisivi che hanno portato tra la gente disvalori e un immaginario collettivo dove conta solo chi ha successo personale (veline e calciatori), non importa di che livello morale, e alla ricchezza materiale che dà onnipotenza e potere; b) una classe politica ormai priva, in larga parte, di quel sentimento che voleva la costruzione di una società giusta e solidale ( con la conseguente caduta dei valori che hanno alimentato, a sinistra, ma anche a destra, la politica, fino all’avvento del craxismo e derivati).
Il Paese Italia ha perso la bussola: tutti contro tutti (a volte anche per finta, in un gioco di ruoli) penalizzando i più deboli, cioè quelli che non hanno armi per difendersi e che vengono immolati sull’altare della demagogia. Basterà Papa Francesco a far da argine? Basterà rileggere Pericle?
E il paese affonda perché sparando al gatto non si uccide la tigre. Ma è più comodo e facile e …..meno pericoloso ……
La dimostrazione di questa situazione di governo di squilibrio(non solo politico in senso stretto) è dimostrato, in Piemonte, dalla mancata presenza nel Consiglio Regionale di un rappresentante della Montagna. Vale per il passato e varrà per le imminenti elezioni. Destra e sinistra porteranno in Regione i soliti noti che non sono sicuramente espressione della Montagna. Il quartiere di Santa Rita (Torino) poteva contare nella passata tornata di quattro rappresentanti nel Consiglio Regionale. La Montagna (600-700.000 voti) nessuno! Così sarà il prossimo 25 maggio. Bell’esempio di democrazia …. e di rappresentanza del territorio.
Ovviamente questa situazione è estendibile a tutta l’Italia ma forse la gente comincia a muoversi e ad uscire dall’apnea. In Piemonte si è ideato il simbolo ALPES per le liste comunali. Un simbolo puramente culturale è stato proposto a tutti i candidati della montagna per raccogliere le Amministrazioni che vorranno portare avanti in comune i loro problemi e dare un segnale al mondo politico. Un programma base (in parte derivato dalla carta di Chivasso) nel quale chi vuole si riconosce.
La proposta ha raccolto l’adesione degli amministratori più sensibili e che maggiormente riflettono sulla debolezza della montagna, non solo piemontese, perché anche comuni montani della Lombardia useranno ALPES in una versione più generica e adatta a loro. Segnali verso la POLITICA?
Un fatto curioso è successo in Umbria.
I sindaci di 5 comuni (tutti di liste di sinistra) hanno cercato, con un’operazione che ha avuto l’appoggio della Giunta Regionale Umbra che ha accorciato i tempi per addivenire ad un referendum, di fondere 5 “piccoli” comuni (Fabro, Ficulle, Montegabbione, Monteleone di Orvieto e Parrano, poco meno di 9.000 abitanti in tutto,alcuni distanti anche 30 km.) contro il volere della maggior parte della gente che ha fondato un agguerrito comitato per il NO. Dopo una campagna referendaria molto accesa, questi sono stati i risultati (hanno votato il 66,75 % degli aventi diritto):
Fabro 901 Sì – 501 No
Ficulle 668 No – 272 Sì
Monteleone 512 No – 402 Sì
Montegabbione 412 No – 296 Sì
Parrano 200 Sì – 90 No
Ha vinto quindi il NO
Da notare che ha vinto il si nel comune più grande dove sarebbero stati concentrati il municipio e parecchie attività di servizio.
Alle serate finali per il SI erano presenti, tra gli altri, molti “pezzi da 90”: la Presidente della Giunta Regionale Catiuscia Marini (PD), il segretario provinciale PD Carlo Emanuele Trappolino e regionale Stefano Bonaccini, Eros Brega ( Presidente del Consiglio Regionale dell’Umbria, PD), la Vice Presidente (e senatrice)della Regione Umbria Ada Spadoni Urbani (Forza Italia), l’onorevole Lucio Barani (Forza Italia), consiglieri regionali PD e Forza Italia, qualche grillino. Al contrario, chissà perché, le serate del NO non hanno ottenuto la partecipazione di politici di rilievo. Solo SEL ha portato solidarietà al NO.
Un’ammucchiata sospetta che la gente ha bloccato. Un segnale per l’arroganza della classe politica che tutto decide in “riservata sede”?
Segnali che la POLITICA “ non pare raccogliere, non ricordandosi delle brioches di Maria Antonietta……!
Nella sua relazione a Renzi il commissario Cottarelli, per risparmiare (la musica è sempre quella..), propone di fondere i comuni sotto i 5000 abitanti e di eliminare le Comunità Montane (già fatto ma lui non se n’è accorto ….): ovviamente si dimentica di dire dei problemi creati dal Comune di Roma (ma anche da altri grandi comuni) che accumula 100 milioni di debito al mese … e da in affitto decine di migliaia di alloggi a prezzi scandalosi. Lui guarda a Davide e trascura Golia.
Così funziona e così i problemi non vengono risolti! E io pago … anche Cottarelli.
Poveri noi e povero Paese!
commenta