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Nòvas n.182 Novembre 2018

Monviso: la montagna simbolo si racconta. Il gruppo delle guide del Monviso, prima puntata (n.6)

Lo Vísol: la montanha símbol se còntia. Lo grop d'la guidas dal Vísol, premiera part. (n.6)

di Sergio Beccio; fotografie a fondo pagina

Monviso: la montagna simbolo si racconta. Il gruppo delle guide del Monviso, prima puntata (n.6)
italiano

Il Monviso, fin dall’antichità, ha catturato l’attenzione dei popoli della pianura, ispirando scrittori, scienziati ed artisti ma è solo nel corso dell’Ottocento, con la diffusione della pratica alpinistica, che divenne un obiettivo ambito degli scalatori. E' la metà del XIX secolo, quando la montagna diviene una meta: una conquista da far propria per studio e diletto, in una sorta di virtuosismo culturale, scientifico e atletico, riservato alle classi sociali cittadine più agiate o ad eccellenti studiosi e letterati. Fu una tendenza di stampo romantico che accompagnò sulle Alpi gli studiosi del nord Europa che intraprendevano il Viaggio in Italia, il Grand Tour, tra visite ai luoghi dell’arte e rilevazioni di tipo naturalistico: menti poliedriche che fusero competenze artistiche e scientifiche con la passione per i territori alpini. La supremazia alpinistica straniera sulle cime di casa propria diffuse un sentimento di emulazione misto a rivalsa, soprattutto tra gli intellettuali della borghesia e nella classe politica italiana. L’onere e la responsabilità del "riscatto" nazionale furono assunti nel 1863 da Quintino Sella, motore trainante della prima spedizione tutta italiana in vetta al Monviso.

L’interesse per l’alpinismo mutò la sorte delle valli, offrendo nuove opportunità di lavoro e sviluppo: così i giovani alpigiani, esperti conoscitori dei propri territori, si scoprirono detentori di un sapere unico e prezioso, che diventò essenziale per i touristes interessati a scalare le vette di casa. I rapporti con gli alpinisti e i ricercatori del tempo (geologi, naturalisti, botanici, ecc.) modificarono il loro legame con la montagna e con la consapevolezza delle proprie capacità e professionalità arrivò l’età dell’oro delle Guide Alpine. Seguirono momenti bui di vuoto generazionale durante le due guerre mondiali e poi, finalmente, la rinascita con le Guide di oggi: conoscitori preziosi delle terre alte, appassionati e generosi animatori del Soccorso Alpino. Oggi le Guide Alpine sono esperti professionisti della montagna e dell'ambiente alpino, testimoni acuti e attenti delle modificazioni climatiche capaci di accompagnare in sicurezza gli alpinisti di oggi e di formare quelli di domani sulle vette delle Alpi e all'intima conoscenza di se stessi: forse la vetta più importante.

Ecco allora oggi gli uomini della Montagna Simbolo: il Gruppo delle Guide Alpine del Monviso.

Hervé Tranchero, Capogruppo delle Guide del Monviso (fig. 1-1bis). Hervé scrutò per la prima volta la sontuosa piramide del Monviso da San Bernardo di Verzuolo, aveva 11 anni e si chiese: «chissà se un giorno riuscirò a salire lassù?» Allora, non poteva certo presagire che di quel Monviso sarebbe diventato lui stesso un punto di riferimento: dapprima come alpinista, Consigliere del C.A.I. Saluzzo e Ispettore dei rifugi e successivamente come Custode del Quintino Sella. La passione per l’escursionismo divenne ben presto alpinismo vero, tecnico, che desiderava le salite più impegnative e le prime. Così nel 1967 Hervé, con Livio Patrile, era pronto per tentare la prima salita invernale sulla parete ovest del Monviso: l’occasione buona arrivò il 25 marzo, pochi giorni dopo l’inizio della primavera, tuttavia l’innevamento abbondante di quell’anno non lasciava dubbi sul valore invernale dell’impresa, culminata con un pernottamento in vetta. Di lì a pochi anni il tempo per le salite si sarebbe ridotto a discapito del lavoro al Quintino Sella, di cui è custode dal 1977. Per lavorare all’ampliamento della costruzione, infatti, Hervé rinunciò al Monviso per 5 anni consecutivi: le sue ascensioni al Monviso sono state poco meno di 300, spalmate su 13 vie: a mancare all’appello è soltanto l'impegnativa Diretta al Triangolo. La sua gestione quarantennale è un traguardo da condividere con la moglie Germana. L’indiscutibile esperienza accumulata da Hervé non sconfina mai nella spavalderia: «L’errore più grande in montagna è non avere paura, ed è un errore che si paga caro».

Pier Paolo Civalleri, Guida e sciatore (fig. 2). Nato e cresciuto a Verzuolo «negli anni in cui l’alpinismo era una cosa sentita», con Genovese, Colombero e Tranchero nel ruolo di grandi trascinatori. La Montagna divenne «più una passione che un mestiere», che lo portò a compiere lunghe traversate sciistiche tra le Alpi e il Delfinato, a seguire i corsi di alpinismo per il CAI, a tracciare percorsi e divulgare gli itinerari in quota. Fin da ragazzo, Paolo è membro del Soccorso Alpino: «credo nel Soccorso Alpino come esperienza di formazione tecnica e umana, durante la quale si impara dai più bravi e si instaurano rapporti forti» continuando a credere nel potenziale della professione di Guida Alpina come impegno totale: «se dovessi dare un consiglio ai giovani che si affacciano a questo mondo, direi loro di impegnarsi a fare le Guide come impegno a tempo pieno. Solo così è possibile trovare l’energia e la motivazione per affermarsi come autentici professionisti: sono finiti i tempi in cui si aspettava la telefonata del cliente per compiere l’ascensione, oggi si lavora su programmi, occorre promuoversi, essere innovativi, disposti a spostarsi sui molti scenari mondiali dell'alpinismo».

Giancarlo Fenoglio, Guida di valle (fig. 3-3bis). «Da ragazzini guardavamo Ernesto Bano in Piazza a Crissolo, ci sembrava un Dio». Giancarlo è stato fortemente legato al paese di Crissolo fin dall’infanzia, trasportato da una crescente passione per la montagna, che divenne pian piano vero alpinismo: «quando ho iniziato il praticantato da Geometra a Saluzzo, sono venuto a vivere a Crissolo e ho iniziato a frequentare l’alta montagna al seguito di alcuni amici-guida, come Eugenio Testa, che mi ha portato con sé sul Bianco e sul Rosa». Tra le diverse sfumature che la professione è in grado di offrire, Fenoglio prese la strada della Guida di valle: «paradossalmente è più facile essere una guida a tempo pieno a Torino che non a Crissolo. In città tutte le montagne sono quasi ugualmente vicine. In montagna, al contrario, dobbiamo affrontare lunghi spostamenti, oppure coniugare la professione con altri mestieri». Un percorso simile alle prime guide del Monviso, anche se geometra, anziché pastore o cacciatore: «Il vantaggio è che quando faccio la Guida, lo faccio con autentica passione. Nei primi anni prediligevo i clienti fisicamente più prestanti, oggi apprezzo lo sguardo e l’interesse. Amo accompagnare in montagna muratori e carpentieri; sulle pietre, si muovono con una particolare grazia e leggerezza, quasi come ballerine».

Marco Curti, nel solco della Guida Alpina Antonio Reynaud Rigadin (fig. 4-4bis). L’abilitazione a Guida di Marco assunse fin da subito il valore del recupero della tradizione familiare dei Rigadin (Antonio Reynaud padre e figlio, abili Guide Alpine e fondatori dell’Albergo Club Alpino a Crissolo): reinterpreta dunque, in chiave moderna, il binomio Guida alpina-albergatore, per di più nella cornice della stessa struttura ricettiva: «credo fermamente nel potenziale immenso di Crissolo e nella sua particolare vocazione al turismo per famiglie». Marco è oggi Tecnico di elisoccorso e Istruttore Nazionale dei tecnici del Soccorso Alpino, una qualifica che conta pochissimi abilitati in Italia: «la mia grande fortuna è che, svolgendo anche altre attività, quando faccio la Guida in montagna, lo faccio con autentica passione». La figura di Guida Alpina di riferimento all’interno dell’albergo dei Rigadin è un valore aggiunto: «chi arriva per salire il Monviso, solitamente, è già organizzato. I clienti dell’albergo che scelgono Crissolo come vacanza, tuttavia, apprezzano di potersi far consigliare da una Guida per le loro escursioni».

Alberto Fantone (fig.5-5bis). Giovane carismatico, è il cit del Gruppo: aveva 22 anni al momento del conseguimento del titolo ed è stata la Guida Alpina più giovane d’Italia. Per Alberto il mestiere di Guida è un’occupazione totalizzante, declinata nelle più svariate applicazioni: «non lavoro solo nell’accompagnamento, lo troverei monotono e pericoloso; nei comportamenti ripetuti può calare il livello d’attenzione». Si occupa di formazione per la sicurezza dei lavori in fune, è consigliere del Collegio Regionale Guide Alpine e Istruttore Nazionale del Soccorso Alpino, incarico che lo porta a frequenti spostamenti: «la cosa bella è che in questa zona non c’è differenza tra Volontari del soccorso e Guide Alpine. Di fronte all’emergenza la chiamata è rivolta a chi è in zona e disponibile, sia esso una Guida o un Volontario soccorritore». I primi passi sulla roccia sono stati quelli di ogni ragazzo in valle: con uno zio esperto salì la prima volta sul Monviso poi, sempre più spesso, al seguito delle Guide locali. Oggi è lui stesso a tenere corsi di roccia e freeride, particolarmente apprezzati dai giovani: «da ragazzino ho fatto alcune salite al rifugio Sella e mi è capitato di vedere arrivare Christophe Profit, tra i più grandi scalatori degli anni Ottanta. Aveva una camicia a quadretti e mi chiese con cortesia dove passasse il sentiero per il Monviso. Ho visto in lui l’umiltà dei grandi alpinisti».

Nel prossimo numero le altre Guide del Monviso per completare gli uomini che vivono la passione per la Montagna Simbolo.

DIDASCALIE

FIG. 1 Hervé Tranchero - Capogruppo delle Guide del Monviso

FIG: 1bis Hervé Tranchero - In vetta al Monviso - Archivio Tranchero

FIG. 2 Pier Paolo Civalleri - Nepal 2003 - Archivio Civalleri

FIG. 3 Giancarlo Fenoglio - In ascensione - Archivio Fenoglio

FIG. 3bis Giancarlo Fenoglio - In vetta al Monviso - Archivio Fenoglio

FIG. 4 Marco Curti - 2013 Rievocazione della prima ascensione italiana al Monviso

FIG. 4bis Marco Curti - In vetta al Monviso - Archivio Curti

FIG. 5 Alberto Fantone - 2013 Rievocazione della prima ascensione italiana al Monviso

FIG. 5bis Alberto Fantone - In azione su roccia

occitan

Lo Vísol despuei l’antiquitat a capturat l’atencion di pòples de la plana en inspirant d’escriveire, de scienciats e d’artistas, mas es masque al lòng dal ‘800, abo la difusion de la pràctica alpinística, qu’es vengut un objectiu recerchat da lhi escaladors. Es la meitat dal sècle XIX quora la montanha deven una mira: una conquista da far sia per estudi e plaser dins una sòrta de virtuosisme cultural, scientífic e atlétic reservat a las classas socialas de la vila pus aisaas, o a d’estudiós e literats excellents. Foguet una tendença d’escòla romàntica que acompanhet sus las Alps lhi estudiós dal nòrd Euròpa qu’entreprenion lo Viatge en Itàlia, lo Grand Tour, entre de vísitas ai luecs de l’art e de revelacions de tipo naturalístic: de ments polièdricas que fonderon de competenças artísticas e scientíficas abo la passion per lhi territòris alpins. La supremacia alpinística estrangiera sus las cimas d’en cò nòstre difondet un sentiment d’emulacion mesclat de revenja, sustot entre lhi intellectuals de la borgesia e dins la classa política italiana, La charja e la responsabilitat dal “rescat” nacional fogueron assumuas ental 1863 da Quintino Sella, motor traïnant de la premiera expedicion tota italiana en poncha al Vísol.

L’interès per l’alpinisme chambiet la sòrt d’las valadas, en ofrent de nòvas oportunitats de trabalh e desvolopament: coma aquò lhi joves alpijans, expèrts conoisseires di lors territòris, se descurberon detentors d’un saber preciós e unenc, que devenet essencial per lhi touristes interessats a escalar lors cimas. Lhi rapòrts abo lhi alpinistas e lhi recerchaires dal temp (geòlogs, naturalistas, botànics, etc.) modifiqueron lor liam abo la montanha e abo la consciença de lors capacitats e professionalitat arribet l’etat de l’òr d’las Guidas Alpinas. Segueron de moments escurs de vueit generacional durant las doas guèrras mondialas e puei, finalament la renaissença abo las Guidas d’encuei: conoisseires preciós d’las tèrras autas, apassionats e animators generós dal Soccorso Alpino. Encuei las Guidas Alpinas son d’expèrts professionistas d’la montanha e de l’ambient alpin, de testimònis atents e vius d’las modificacions climàticas capables d’acompanhar en seguressa lhi alpinistas d’encuei e de formar aquilhi de deman sus las cimas d’las Alps e a l’íntima conoissença d’ilhs mesmes: benlèu la cima pus importanta.

Vaquí donca lhi òmes encuei d’aquela montanha-símbol: lo Grop d’las Guidas dal Vísol (Gruppo delle Guide del Monviso).

Hervé Tranchero, Cap-grop d’las Guidas dal Vísol (fig. 1-1bis). Hervé escrutet per lo premier bòt la somptuoa piràmida dal Vísol da Sant Bernard de Verzòl. Avia onze ans e demandet: «qui sa se un jorn arribarei a montar ailamont?» Alora polia pas de segur presagir que d’aquel Vísol seria devengut el mesme un ponch de referença: d’abòrd coma alpinista, Conselhier dal CAI de Saluces e Inspector di refugis e puei coma gardian dal Quintino Sella. La passion per l’excursionisme devenet ben fito d’alpinisme ver, técnic, qu’enveava las montaas pus empenhativas e las prime. Parelh ental 1967 Hervé, abo Livio Patrile, era prompt per temptar la premiera ascension uvernala sus la paret oest dal Vísol: l’ocasion bòna arribet lo 25 de març, gaire jorns après lo començament de la prima, culminaa abo una nuech passa en cima. D’aquí a gaire d’ans lo temp per las montaas se seria reduch a causa dal trabalh al Quintino Sella, dont es lo gardian dal 1977.

Per trabalhar a l’ampliament de la construccion, de fach, Hervé a renonciat al Vísol per 5 bòts consecutius: sas ascensions al Vísol son estaas un pauc menc de 300, repartias sus 13 vias: a mancar a l’apèl es masque l’empenhativa Diretta al Triangolo. Sa gestion quarantennala es un objectiu da partatjar abo la frema Germana. L’indiscutibla experiença acumulaa da Hervé esconfina pas jamai dins l’ardiessa: «L’error pus grand en montanha es pas aver paor, e es un error que se paga char».

Pier Paolo Civalleri, Guida e esquiaire (fig. 2). Naissut e creissut a Verzòl «dins lhi ans ente l’alpinisme era una causa sentua», abo Genovese, Colombero e Tranchero dins lo ròtle de grands menaires d’òmes. La Montanha venet «pus una passion que un mestier», que lo menet a complir de lònjas traversadas d’esquí entre las Alps e lo Dalfinat, a seguir lhi cors d’alpinisme per lo CAI, a traçar de percors e divulgar lhi itineraris en autituda. Despuei qu’era un filh Paolo es membre dal Soccorso Alpino: «creo ental Soccorso Alpino coma experiença de formacion técnica e umana ente s’empren dai pus braves e s’instauron de rapòrts fòrts» en continuant a creire ental potencial de la profession de Guida Alpina coma empenh total: «se devesse donar un conselh ai joves que acharon aqueste mond, lor diseriu de s’empenhar a far las Guidas coma un empenh a temp plen. Masque parelh es un pòl trobar l’energia e la motivacion per s’afermar coma auténtic professionista: son finits lhi temps ente s’atendia la telefonaa dal client per complir l’ascension, encuei se trabalha sus de programas, chal se promòure, èsser innovatius, prèsts a se mòure sus lhi tanti scenaris mondials de l’alpinisme».

Giancarlo Fenoglio, Guida di valle (fig. 3-3bis). «Da filhets agachàvem Ernesto Bano en plaça a Criçòl, nos semelhava un Diu». Giancarlo es estat fortement liat al país de Criçòl despuei qu’era mainat, transportat da una passion totjorn pus fòrta per la montanha, vengua plan planet de ver alpinisme: «quora ai començat lo praticantat da Geòmetra a Salúces siu vengut a viure a Criçòl e ai començat a frequentar l’auta montanha darreire qualque amís-guida, coma Eugenio Testa, que m’a menat abo el sal Blanc e sal Ròsa». Entre las diferentas nuanças que la profession pòl ofrir Fenoglio a pilhat lo chamin de guida de vadada: «Paradoxalament es pus fàcil èsser una guida a temp plen a Turin que non pas a Criçòl. En citat totas las montanhas son esquasi egalament pròchas. En montanha, al contrari, nos chal afrontar de lòngs desplaçament, o conjugar la profession abo d’autri mestiers». Un percors parier a las premieras guidas dal Vísol, bèla se geòmetra, putòst que pastre o chaçaire: «Lo vantatge es que quora fau la Guida lo fau abo un’auténtica passion. Enti premiers ans preferiu lhi clients fisicament pus prestants, encuei aprecio l’esgard e l’interès. Amo acompanhar en montanha de muradors e de charpentiers; sus las peiras se bojon abo una particulara gràcia e legeressa, esquasi coma de balarinas».

Marco Curti, dins la dralha de la Guida Alpina Antonio Reynaud Rigadin (fig. 4-4bis). L’abilitacion a guida de Marco a assumut sal colp la valor dal recuperament d’la tradicion familiara di Rigadin (Antonio Reynaud paire e filh, àbilas Guidas Alpinas e fondators de l’Albergo Club Alpino a Criçòl): reintèrpreta donca, en clau modèrna, lo binòmi Guida alpina-albergaire, en mai dins la cornitz de la mesma estructura receptiva: «creo fermament dins lo potencial immens de Criçòl e dins sa particulara vocacion al torisme per familhas». Encuei Marco es Técnic d’elisocors e Instructor Nacional di técnics dal Soccorso Alpino, una qualífica que còmpta ben pauc d’abilitats en Itàlia: «ma granda fortuna es que, en fasent decò d’autras activitats, , quora fau la Guida en montanha lo fau abo un’auténtica passion». La figura de Guida Alpina de referença dins l’aubèrge di Rigadin es una valor ajoncha: «qui arriba per poar lo Vísol, de costuma, es já organizat. Lhi clients de l’aubèrge que chausisson Criçòl coma vacança, totun, aprecion de se poler far conselhar da una Guida per lors excursions».

Alberto Fantone (fig.5-5bis). Jove carismàtic, es lo cit dal Grop: avia 22 ans quora a agut lo títol e es estat la Guida Alpina pus jove d’Itàlia. Per Alberto lo mestier de guida es un’ocupacion totalizanta, declinaa dins las aplicacions pus divèrsas: «trabalho ren masque dins l’acompanhament, lo trobariu monòton e danjairós; dins lhi comportaments repetuts pòl baissar lo livèl d’atencion». S’ocupa de formacion per la seguressa di trabalh sus còrda, es conselhier dal Collegio Regionale Guide Alpine e Instructor Nacional dal Soccorso Alpino, Alpino, foncion que lo mena a de frequents desplaçaments: «la causa bèla es que dins aquesta zòna lhi a pas de diferença entre lhi Volontaris dal Soccorso e las Guidas Alpinas. Derant l’emergença la chamada es adreçaa a qui es disponible dins la zòna, sie una Guida Alpina o un Volontari socorridor». Lhi premiers pas sus ròcha son istats aquilhi de chasque filh en valada: abo un barba expèrt montet per lo premier bòt sal Vísol e puei, totjorn pus sovent, darreire las Guidas localas. Encuei es el a tenir de cors de ròcha e de freeride, particularment apreciats dai joves: «da filhet ai fach qualquas montaas al refugi Sella e m’es capitat de veire arribar Christophe Profit, entre lhi pus grands escaladors dei lhi ans ‘80. Avia una chamisa a cairet e m’a demandat abo cortesia ente passava lo viòl per lo Vísol. Ai vist en el l’umiltat di grands Alpinistas».

Dins lo numre que ven las autras Guidas dal Vísol per completar lhi òmes que vivon la passion per aquela montanha-símbol.

DIDASCALIAS

FIG. 1 Hervé Tranchero – Cap-grop d’las Guidas dal Vísol

FIG: 1bis Hervé Tranchero - En poncha al Vísol - Archivio Tranchero

FIG. 2 Pier Paolo Civalleri - Nepal 2003 - Archivio Civalleri

FIG. 3 Giancarlo Fenoglio – En ascension - Archivio Fenoglio

FIG. 3bis Giancarlo Fenoglio – poncha al Vísol - Archivio Fenoglio

FIG. 4 Marco Curti - 2013 Rievocacion de la premiera ascension italiana al Vísol

FIG. 4bis Marco Curti – En poncha al Vísol - Archivio Curti

FIG. 5 Alberto Fantone - 2013 Rievocacion de la premiera ascension italiana al Vísol

FIG. 5bis Alberto Fantone – En accion sus ròcha




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