L’eurodeputato di Esquerra Republicana Josep-Maria Terricabras ha espresso la sua preoccupazione per il futuro dell’aranese in seguito all’intervento odierno dei rappresentanti de l’Acadèmia Aranesa de la Llengua Occitana all’Intergrup de Minories Tradicionals, Comunitats Nacionals e Llengües. Terricabras, che è uno dei copresidenti dell’Intergrup, ha invitato gli accademici della lingua occitana in Val d’Aran a fare il punto della situazione sullo stato della lingua aranese dopo la sentenza del Tribunal Constitucional (TC) dello scorso febbraio in cui dichiarava “incostituzionale” l’uso preferenziale dell’aranese in quel territorio.
“Senza l’apposita protezione di cui negli ultimi anni ha goduto l’aranese la sua sopravvivenza sarà davvero difficile, poiché la situazione di disequilibrio di fronte al catalano e del castigliano è molto importante”, ha detto Terricabras. Nella sua opinione il problema di fondo è “il disprezzo che lo Stato spagnolo ha storicamente serbato per la pluralità e la ricchezza linguistica, che ora può essere letale per l’aranese. Perciò era importante che oggi potessimo esprimere questa problematica al Parlamento Europeo”.
Co-ufficiale in tutta la Catalogna, consiglio con il catalano e il castigliano
La delegazione aranese è stata formata da Jusèp Loís Sans, presidente dell’Acadèmia Aranesa dera Lengua Occitana, Jèp de Montoya, presidente della Secció Aranesa de l’Acadèmia Aranesa dera Lengua Occitana, e Ròsa Salgueiro, segretaria dell’Acadèmia Aranesa dera Lengua Occitana. Nella loro esposizione hanno ricordato che l’anno 2006, con la riforma de l’Estatut d’Autonomia, la lingua occitana è stata dichiarata ufficiale in tutta la Catalogna, assieme al catalano e al castigliano, affermando che questa ufficialità, così come il resto dello Statuto, è stata accettata dal Congrés dels Diputats e votata favorevolmente nel referendum dal popolo catalano, osservando come questo riconoscimento manifesti “l’enorme rispetto per l’identità aranese, che una lingua parlata in Catalogna in un territorio di 10.000 abitanti sia dichiarata ufficiale in un territorio di 7,5 milioni di abitanti” e facendo notare che “è l’unico territorio in cui la lingua occitana abbia un riconoscimento così importante”.
Perciò la sentenza del TC genera una profonda preoccupazione, giacché “senza una preferenza linguistica l’occitano non potrà occupare uno spazio importante e autonomo nell’amministrazione, nell’insegnamento, nei mezzi di comunicazione e in altri ambiti sociali fondamentali che gli permetta di restare vivo”. “La negazione della sua preferenza è il principio argomentale della sua eliminazione”, ha concluso la delegazione.
Strasburgo, 13 settembre 2018
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