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Nòvas n.179 Junh 2018

TRACCE : voci e memorie della Val Po”. Sette video di Andrea Fantino per l’Unione Montana dei Comuni Valli del Monviso

“TRAÇAS: vòutz e memòrias de la Val Pò”. Sèt video de Andrea Fantino per l’Union Montana d’las Comunas dal Vísol

di Andrea Fantino

“TRACCE : voci e memorie della Val Po”. Sette video di Andrea Fantino per l’Unione Montana dei Comuni Valli del Monviso
italiano

I video sono pubblicati in visione libera al fondo di questo articolo.

Un tempo c'era chi risaliva il Po per racchiuderne l'acqua in un'ampolla. Si trattava di un rito vero e proprio, che dava il via alla “Festa dei popoli padani”. Una motonave solcava l'acqua del fiume fino a Venezia. Là l'ampolla veniva vuotata, il rito era compiuto. Un insieme di gesti e cerimonie recenti, che a quanto pare negli ultimi anni è stato abbandonato e forse non si ripeterà mai più, ma che colpiva e impressionava anche il semplice spettatore (o telespettatore) e non solo chi aderiva al movimento politico che ne era il promotore. Non a caso: l'intero sistema mitico-simbolico era stato concepito da un antropologo nepalese, ovviamente dietro una commissione. Aveva messo insieme simbolismi e ritualità di ispirazione celtica e orientale, per dare risalto al fiume Po, pensato come una sorta di Spirito che attraversa e dà vita al territorio. Un chiaro esempio di invenzione della tradizione (nel senso – lasciatemelo dire – peggiore del termine).

Ma qual è il senso di questa insolita introduzione? Nel mio piccolo, senza seguito e bandiere, anch'io ho risalito la Valle Po. Se devo essere sincero, non ho badato granchè al fiume, anzi. Spinto dalla Chambra d'Oc e dall'Unione dei Comuni della Valle Po, ho cercato dei racconti, delle “tracce”, “voci e memorie” del territorio. Non ho faticato a trovarle. Non mi sono dovuto inventare niente, al massimo ho dovuto fare un po' di selezione, con buona pace dell'antropologo nepalese. Il merito non va a me, ma ai testimoni, alle persone che ho incontrato e che mi hanno regalato un po' del loro tempo. Ho sistemato la camera e il microfono, e sono stato ad ascoltare.

Il lavoro è di fatto diviso in due parti, che hanno coinciso all'incirca con due diversi giorni di riprese. Il primo ha visto la grande partecipazione di Sergio Beccio e Rosina Peiretti. Sono stati loro a indirizzarmi verso le storie, a scegliere quelle che ritenevano più significative, a contattare altri testimoni, a portarmi sui luoghi... chi legge penserà che l'elenco è lungo abbastanza, ma si sbaglia: devo ammettere che Sergio ha fatto anche il fonico! Con ottimi risultati, tra l'altro.

Rosina ha raccontato la storia delle Fantine di Roccabianca. Chi erano? Mitiche donne selvagge e pelose che vivevano là, tra le pietre della Rocciabianca, non lontano da Oncino. Esseri che sostituivano i neonati degli umani con i propri. Creature che segnavano un confine terribile, spaventoso, di cui tutti erano intimoriti: in fondo il confine tra natura e cultura, quel confine sottile su cui da sempre l'uomo ricama miti e leggende, trasmettendole di generazione in generazione. Rosina si è fatta splendida interprete di questo racconto. Io ho provato a creare un'atmosfera sospesa e un po' sospettosa, tra il mitico e il reale, grazie all'uso di suoni e musiche in montaggio.

Con Rosina e Sergio siamo andati alla borgata Eretta di Paesana. Al centro del video un dipinto del pittore Jòrs Boneto, nato nel 1746 in una piccola borgata di Pratoguglielmo. Credo si tratti di una Mistà tra le più complesse realizzate nelle nostre valli occitane. Raffigura la Passione di Gesù in ogni sua tappa, arricchita dall'immaginario dell'epoca e dal gusto naïf del pittore. Rosina, insieme a Sergio, ha partecipato all'edizione di un testo dell'Istituto di Cultura Alpina proprio sul Boneto, e per questo veste i panni di una guida seria e competente.

A Crissolo abbiamo incontrato Aldo Perotti. Due passi nel borgo di Crissolo, e di fronte ad un Monviso in tutto il suo splendore (per chi lo considera come tale in una giornata con il sole e senza nuvole) Aldo ha condiviso un suo ricordo da bambino, in particolare un racconto tramandato in famiglia durante le veglie d'inverno. E' la storia di una scommessa fatta da suo nonno, guida storica del Monviso. Un'occasione per riflettere sul rapporto tra Crissolo e la montagna, ieri ed oggi.

L'ultimo appuntamento con la coppia Sergio e Rosina l'ho avuto ad Oncino, dove oltre alla solita Rosina abbiamo coinvolto davanti alle camere anche Gianni Allisio e Fredo Allisio. Siamo entrati nel cortile de “Las Maisons dal Cucù”, una casa del tutto “particolare”, anche se definendola particolare si rischia di sminuire quel che è. L'abitazione di sei fratelli, tutti preti, tutti di nome Barreri, tutti vissuti ad Oncino tra il 1690 e il 1730. Per forza di cose il pensiero va subito ad un'epoca in cui quei luoghi erano ben più vivi e abitati di oggi. Anche questa è un'operazione di memoria.

Terminate le riprese con Sergio e Rosina, ho raggiunto Giacomo Lombardo ad Ostana, il luogo dove – forse è bene dirlo – mi sento più a casa in Val Po da quando ho seguito la Scuola di Cinema con Fredo Valla e Giorgio Diritti. Giacomo, che oltre ad essere sindaco del paese è sempre stato uno che le storie sa raccontarle, e bene, mi ha accolto verso sera, dando così ai suoi video una luce ed un sapore diversi dagli altri. Due video sono girati presso il municipio di Ostana. Uno di questi racconta proprio come al posto dell'edificio del comune un tempo vi era un mulino. Giacomo va indietro negli anni e ritrae la vita che ruotava attorno ad una delle attività più importanti del paese. Nel secondo video i ricordi vanno invece ai “Tempi balordi”, quelli della seconda guerra mondiale, quando ogni scelta aveva un rischio, quando ci si nascondeva al riparo delle bombe, quando si era vittime di qualcosa di più grande, forse di qualcosa di incomprensibile. Giacomo racconta un episodio che vede come protagonista il papà, ai tempi in cui lui era soltanto un bebè. Lo stesso papà è il protagonista di una parte del video ambientato nella penombra del sentiero che dalla Villa va a Ciampagna. Un luogo a metà tra due borgate, via di comunicazione e di incontro, una strada che talvolta poteva offrire un suo lato misterioso (luogo delle masche??).

È così che, con sette video, ho percorso un po' di “tracce” qua e là, raccogliendo “voci e memorie”.

Le tracce sono tante, e noi continuiamo a produrne altre. Ogni giorno produciamo nuove tracce. Ma a volte – quel che scrivo avrà un sapore di retorica ma non vedo come esprimerlo altrimenti - è bene guardare indietro, capire chi e cosa ci ha preceduto, per non perderci, per scegliere quali tracce continuare a percorre, quali lasciarci alle spalle. La lingua è l'anima di queste tracce. E' lei che contiene le voci, che contiene le memorie. Un ruolo tanto più forte tanto più è legata al territorio. Per questo ogni video è in lingua occitana: è lei la lingua che fino ad oggi ha lasciato le sue tracce in Val Po. Tocca a noi continuare a seguirle, e tracciarne altre. Se lo faremo onestamente sarà difficile inventarsi del tutto una tradizione. Sarà più facile darne voce e fondarne un'altra.

I video sono prodotti dalla Chambra d’oc per l’Unione Montana dei Comuni del Monviso e sono stati presentati nel corso di lingua occitana a Paesana e a Crissolo, devono ancora essere presentati a Oncino sabato 23 giugno alle ore 15,30 ed a Ostana sabato 30 giugno alle ore 15,30.

occitan

Lhi filmats son en vision libra al fons de la pagina.

Un bòt lhi avia qui remontava lo Pò per ne’n conténer l’aiga dins una bureta. Se tractava d’un rite ver e pròpri, que inaugurava la “Fèsta di pòples padans”. Una motonau percorria l’aiga dal flum fins a Venéncia. Ailai la bureta venia desvueidaa, lo rite era complit. Un ensem de gèsts e cerimònias recents, que a quant pareis enti darriers ans es estat abandonat e benlèu se repeterè jamai pus, mas que truchava e impressionava bèla lo simple espectator (o telespectator) e ren masque qui aderia al moviment polític que ne’n era lo promotor. Ren a cas: l’entier sistèma mític-simbòlic era estat concebut da un antropòlog nepalés, clarament sus comission. Avia butat ensem de simbolismes e de ritualitats d’inspiracion céltica e orientala per butar en relèu lo flum Pò, pensat coma una sòrta d’Esperit que atravèrsa e dona vita al territòri. Un clar exèmple d’invencion de la tradicion (ental sens – laissatz-m’o dir – pejor dal tèrme).

Ma qual es lo sens d’aquesta dròlla introduccion? Dins mon pichòt, sensa cortègi ni bandieras, decò mi ai remontat la Val Pò. Se me chal èsser franc, ai pas fach tant cas al flum, al contrari. Possar da la Chambra d’òc e da l’Union d’las Comunas de la Val Pò, ai cerchat de còntes, de “traças”, de “vòutz e memòrias” dal territòri. Ai pas agut de mal a trobar-las. M’a pas chalgut inventar ren, al pus m’a chalgut far un pauc de seleccion, que agrade o non a l’antropòlog nepalés. Lo mérit vai pas a mi, mas ai testimònis, a las personas que ai encontrat e que m’an regalat un pauc de lor temp. Ai plaçat la telecàmera e lo micròfon e siu restat a escotar.

Lo trabalh de fach es divís en doas parts, que an coïncidut a pauc près abo dui diferents jorns de represas. Lo premier a vist la granda partecipacion de Sergio beccio e Rosina Peiretti. Son estats ilhs a m’orientar vèrs las estòrias, a cernir aquelas que creïon pus significativas, a contactar d’autri testimònis, a me menar sai luecs... qui les pensarè que la lista es pro lònja, mas s’engana: me chal adméter que Sergio a fach bèla lo fònic! Abo d’excellents resultats, per de pus.

Rosina a contiat l’estòria d’las Fantinas de Ròcha Blancha. Qui eron? De míticas fremas salvatjas e borruas que vivíon ailai, al metz di ròcs de Ròcha Blancha, pas luenh d’Oncin. D’èssers que remplaçavon lhi novèls naissuts abo lhi lors. De creaturas que marcavon un confin terrible, espaventós, que tuchi crenhion: en fons lo confin entre natura e cultura, aquel confin subtil sal qual l’òme bròda de mites e de legendas, en las transmetent de generacion en generacion. Rosina s’es facha un’espléndida intèrpreta d’aquel racònt. Mi ai prvat a crear un’atmosfèra en suspens e un pauc suspectosa, entre lo mític e lo real, gràcias a l’usatge de sòns e de músicas en montatge.

Abo Rosina e Sergio sem anats a la ruaa Ereta de païsana. Al centre dal video un pintura dal pintre Jòrs Boneto, naissut ental 1746 dins una pichòta ruaa de Prà Guilhèlm. Creo que se tràcte d’una Mistà entre las pus complèxas realizaas dins nòstras valadas occitanas. Retrai la passion de Jesús en totas sas tapas, enrichia da l’imaginari de l’època e dal gust naïf dal pintre. Rosina, abo Sergio, a partecipat a l’edicion d’un tèxte de l’Istituto di Cultura Alpina pròpi sus Boneto e pr’aquò complís lo ròtle d’una guida seriosa e competenta.

A Criçòl avem encontrat Aldo Perotti. Dui pas ental borg de Criçòl e derant a un Vísol en tota son esplendor (per qui lo consídera coma tal dins una jornaa abo lo solelh e sensa nívolas) Alda a partatjat son recòrd da mainat, en particular un racònt transmés en familha durants las velhaas d’uvèrn. Es l’estòria de un’escomesa facha a son iei, guida torística dal Vísol. Un’ocasion per reflechir sal rapòrt entre Criçòl e la montanha, ier e encuei.

Lo darrier apontaent abo la cobla Sergio e Rosia l’ai agut a Oncin, ente en mai que la mesma Rosina avem pilhat derant las telecàmeras decò Gianni Allisio e Fredo Allisio. Sem intrats dins la cort de “Las Maisons dal Cucú”, una maison dal tot “particulara”, bèla se en la definent coma aquò un risca de rebaissar çò que es. La demora de sieis fraires, tuchi preires, tuchi Barreri de nom, tuchi viscuts a Oncin entre lo 1690 e lo 1730. Lo pensier per fòrça vai súbit a l’època ente aquilhi luecs eron ben pus vius e abitats d’encuei. Decò aquesta es un’operacion de memòria.

Finias las represas abo Sergio e Rosina, ai rejonch Giacomo Lombardo a Ostana, lo luec ente – benlèu m’o chal dir – me sento pus a casa en Val Pò despuei qu’ai seguit l’Escòla de Cínema abo Fredo Valla e Giorgio Diritti. Jaco, qu’en mai d’essèr lo séndic dal país es sempre estat un que las estòrias sa contiar-las e ben, m’a aculhit vèrs lo sera, en donant parelh a si video una lutz e una sabor diferenta da lhi autri. Dui video son virats al Municipi d’Ostana. Un d’aquesti còntia pròpi coma al pòst de l’edifici de la Comuna un temp lhi auguesse lo molin. Jaco vai arreire dins lhi ans e retrai la vita que virava a l’entorn d’una des activitats mai importantas dal país. Dins lo second video, ensita, lhi recòrds van ai “temps balords”, aquilhi de la seconda guèrra mondiala, quora chasque chausia avia un risc, quora un s’estremava a l’abric d’las bombas, quora un era víctima de qualquaren de pus gran, benlèu de qualquaren d’incomprensible. Jaco còntia un episòdi que ve coma protagonista lo paire, al temp qu’el era ren qu’un nenet. Lo paire mesme es lo protagonista d’una part dal video, ambientat dins la penombra dal viòl que da La Vila mena en Champanha. Un luec a meitat entre las doas ruaas, via de comunicacion e d’encòntre, una via que de bòts polia sufrir un siu cant misteriós (luec de maschas??).

Es parelh que, abo sèt video, ai percorrut un pauc de “traças” aicí e ailai, en reculhent “vòutz e memòrias”. Las traças son tantas e nosautri continuem a ne’n produire d’autras. Tuchi lhi jorns produsem de nòvas traças. Mas de bòts – çò qu’escrivo aurè un sabor de retorica, mas vao pas coma l’exprímer autrament – chal se beicar arreire, comprene qui e çò que nos a preceduts, per pas nos pèrder, per chausir qualas traças continuar a percórrer, qualas nos laissar a las espatlas. La lenga es l’anma d’aquestas traças. Es ela que conten las vòutz, que conten las memòrias. Un ròtle tant pus tant mai es liaa al territòri. Pr’aquò tuchi lhi video son en lenga occitana: es ela la lenga que fins a encuei a laissat sas traças en Val Pò. Tocha a nos continuar a seguir-las e a traçar-ne’n d’autras. Se lo fasèm onestament serè difícil s’inventar dal tot una tradicion. Serè pus fàcil ne’n donar vòutz e ne’n fondar un’autra.

Lhi video son produchs da la Chambra d’òc per l’Union Montana d’las Comunas dal Vísol e son estats presentats dins lo cors de lenga occitana a Païsana e a Criçòl; devon encara èsser presentats a Oncin sande 23 de junh a 15h30 e a Ostana sande 30 de junh a 15h30.


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