È il nome d’arte di Joan Vilaplana i Comín, nato a Barcellona nel 1953. Farmacista di professione Joan Isaac è musicista, cantautore e poeta in lingua catalana. Esordisce nel 1969 all’interno del gruppo Nosaltres e nel 1973 intraprende la carriera solista. Isaac appartiene alla seconda generazione della Nova Cançó catalana, nata artisticamente subito dopo la caduta del franchismo ed espressione di tutte le tensioni sociali, culturali e politiche che hanno caratterizzato quel periodo.
Di quegli anni la sua A Margalida rappresenta il più significativo manifesto canoro e l’inno forse più cantato nella Catalunya di oggi. Dedicata alla fidanzata di Salvador Puig Antich, anarchico catalano condannato a morte e giustiziato con la garrota, A Margalida è canzone di resistenza e contro la pena capitale.
Nel 1984, dopo la pubblicazione di quattro album, si ritira dalle scene per reazione al disinteresse dell’industria discografica nei confronti della canzone d’autore in catalano e per il mancato sostegno sia della società sia delle istituzioni culturali. Dopo quattordici anni di silenzio, nel 1998 ritorna sulle scene con Planeta silenci, con cui si aggiudica il Premio al Miglior disco catalano d’autore e il Premio alle Parole dei dischi in catalano. Da allora la sua attività artistica non ha conosciuto interruzione, pubblicando vari album ed esibendosi in numerosi concerti in Catalunya e all’estero. In Italia ha partecipato a undici dischi collettivi e a quattro edizioni della Rassegna della Canzone d’autore del Club Tenco. Ha fatto la versione catalana di tante canzoni italiane: Joies robades (2002), Cançons d’amor i anarquia (2014), Joies italianes i altres meravelles (2015).
Nel 2016 è apparsa la sua prima opera poetica intitolata Intimissimi.
Motivazione
Joan Isaac canta l’amore, il disamore e la vita. Denuncia le miserie di una società disumanizzata e ingiusta senza mai perdere la speranza di un mondo migliore. Se in un dato momento della sua carriera la denuncia della situazione della canzone d’autore in catalano lo ha portato a ribellarsi fino al punto di rinunciare a esibirsi in pubblico, la sua tenacia, il suo pensiero nazionale catalanista e la convinzione che malgrado tutto vale la pena resistere così ben espressi nella canzone I malgrat tot la vida (E malgrado tutto, la vita), lo hanno riportato con forza sulle scene nazionali e internazionali arricchendo la canzone catalana della qualità delle sue composizioni, a cui ha saputo negli anni incorporare i gioielli musicali di altre culture.
ANTOLOGIA - Testo italiano
A Margalida
Sei andata via dove non so,
Ne le cime ne gli uccelli
conoscono i tuoi passi.
Sei volata via senza dir nulla
Lasciandoci solamente
Il canto del tuo riso.
Non so dove sei, Margalida,
però il mio canto, se ti arriva,
prendilo come un bacio.
Grida il nome del tuo amante,
bandiera nera sul cuore.
E forse non saprai
Che spesso il suo corpo
Ci cresce nelle vene,
Leggendo delle sue gesta
Scritte sulle pareti
Che piangono la storia.
Non so dove sei, Margalida,
però il mio canto, se ti arriva,
prendilo come un bacio.
Grida il nome del tuo amante,
bandiera nera sul cuore.
E che questa canzone
Riporti la sua voce
Lungo campi, mari e boschi,
E che sia il suo nome
Come l’ombra fedele
Che è nostra tuttora.
Non so dove sei, Margalida,
però il mio canto, se ti arriva,
prendilo come un bacio.
Grida il nome del tuo amante,
bandiera nera sul cuore.
E malgrado tutto, la vita
Che brutto mondo, che tristezza,
quanta miseria, quanta paura,
quanta bramosia, quanta morte
galleggiando in mar, galleggiando in mar...
Che mondo nelle mani degli illuminati,
che caro il pane degli umiliati.
Palmira muore agonizzando,
E qui tutti guardano da un’altra parte.
E malgrado tutto, la vita, la vita, la vita...!
A gomitate si apre il passo,
E nascono creature dagli occhi puliti,
E da un bosco bruciato nasce una piantina,
E il poeta ritorna a scrivere,
E il falegname il suo legno,
E da qualche barca, buttano le reti in mare.
Che brutto mondo, quanto vuoto.
Questa danza d’avvoltoi
e il suo macabro rituale
al dio denaro offrono sangue.
Ladri confessi, prepotenti,
Se la ridono dei disperati.
Sicari della vanità
Camminano liberi per le strade.
E malgrado tutto, la vita, la vita, la vita...!
A gomitate si apre il passo,
e crescono fiori nei deserti,
e sgorga l’acqua dalle secche fonti,
e i suicidi ci ripensano,
e l’amore plana a cerchi
spiegando immense ali, come gabbiani di città.
E malgrado tutto, la vita, la vita, la vita...!
A gomitate si apre il passo,
e due bimbi nell’orrore
giocano al calcio felici
nel campo dei rifugiati.
E proprio ora
qualcuno, serenamente, legge un libro...
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