Mi chiamo Antony Heulin. Sono un poeta e compositore di canzoni in lingua bretone.
Attualmente circa trecento mila persone parlano il bretone. Erano un milione nel 1900 e la situazione non migliora malgrado il bretone sia considerato una lingua in pericolo da parte dell’UNESCO. Questo problema, questo rischio, deriva da due ragioni principali: la mancata ratifica da parte dello Stato francese della Carta europea delle Lingue minoritarie e della sempre minore voglia di promuovere il bretone da parte dei bretoni, visto che le lingue degli affari sono il francese e l’inglese. Il desiderio di uccidere le lingue minoritarie in Francia non è legato ad uno specifico orientamento politico dato che questa volontà di monolinguismo era gia propria dei re e di certi repubblicani dopo la Rivoluzione e fino ai giorni nostri. Benchè non sia più presente l’idea che il francese rappresenti una lingua superiore, quella della verità, della luce (Alleluia!), non si manifesta nessun avanzamento de parte dei responsabili dello Stato francese. quindi i Bretoni fin dal XIX secolo devono battersi per salvare la loro lingua e cultura. Negli anni ’60 del secolo scorso sono state create delle scuole in bretone, le scuole Diwan, e la cultura è sostenuta da artisti noti a livello internazionale come per esempio Denez Prigent, o Alan Stivell.
Quindici mila bambini frequentano le scuole Diwan, pubbliche o private, dove si insegna il bretone e in Francia un CD su due è opera di un artista bretone. Ogni anno un centinaio di libri sono pubblicati in bretone, cioè circa il 7% del totale.
Quindi nè la Bretagna, nè il bretone sono ancora morti.
Per me il battersi per il bretone non significa affatto battersi contro il francese. In fin dei conti non mi batto nè a favore nè contro qualche cosa, compongo dei poemi e delle canzoni in bretone e me ne frego di cosa pensano i nemici del bretone perchè posso lavorare e diffondere tranquillamente le mie creazioni.Il mio modo di pensare è semplice. Nessuno è costretto a leggere e ad ascoltare ciò che faccio, se le mie creazioni non gli piacciono può fare a meno di leggere i miei poemi o ascoltare le mie canzoni. A coloro che abbaiano notte e giorno contro il bretone dico semplicemente: “andatevi a farvi fottere, fin che vivrò creerò in bretone, parlerò in bretone, che vi piaccia o meno; punto.”
Quindi, perchè comporre delle poesie in bretone visto che vi sono poche decine di migliaia di persone in grado di leggere tale lingua?
In primo luogo bisogna dire che sono poco lette anche le opere in francese di molti poeti contemporanei. Si ascoltano molte canzoni, anche queste sono poesie, ma in Francia in generale pochi sono i lettori di poemi. Migliore è la situazione altrove, ad esempio in Germania, ed è per questo che otto anni ho deciso di vivere a Dresda, nell’Est della Germania.
La lingua è lo strumento del poeta per la creazione dei suoi poemi e, come un qualsiasi artigiano preferisce servirsi di un utensile piuttosto che di un altro, io preferisco il bretone per i miei poemi rispetto alle altre lingue che parlo. I suoni del bretone sono dolci e duri, secondo me il bretone è perfettamente equilibrato. Per me l’importante non è di utilizzare il bretone, è piuttosto di riscontrare che il bretone è la lingua più adatta per la mia scrittura. Il fatto di utilizzare il bretone può apparire a qualcuno una scelta politica ma per me è innanzi tutto una scelta individuale.La lingua è per il poeta uno strumento , anche una materia da scolpire. Come in ogni arte, il poeta non viene dal nulla e le sue opere sono influenzate da ciò che gia è stato creato da altri. Mi è difficile dire da chi e da che cosa io sia influenzato. So cosa non farei. Sono un uomo del “mio” tempo e non sono un nostalgico di un tempo passato da ritenersi migliore del presente. Non scrivo dei poemi che lodano il paradiso perduto.
Ad esempio, anche se i miei avi vengono dal mondo rurale, io sono un uomo della grande città, non scrivo dei poemi sugli uccellini, il miracolo della vita tra la nutura,... e dei pesticidi. Non è il mio ambiente. Anche se sono cresciuto in una società cattolica sono divenuto completamente ateo, quindi non scrivo dei poemi mistici. A mio parere sono un poeta dell’oggi.
Il bretone è una ’lingua vecchia per che ha delle vecchie idee, com’è daltronde per qualsiasi altra lingua. I poeti sono dei testimoni con una visione individuale della loro epoca. Pongono questioni, si interrogano osservando il mondo e le persone che li circondano. Hanno uno sguardo libero e la scelta della lingua che utilizzano è libera. Ecco cosa sono i poeti, degli uomini affrancati, indipendenti e liberi.
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