La disponibilità di questi servizi permetteva alle persone di vivere, più o meno bene, in ogni parte d’Italia.
Negli ultimi dieci anni la loro qualità è andata progressivamente a deteriorarsi raggiungendo, ora, limiti di inaccettabilità: specialmente nelle aree con diminuita densità abitativa (montagna e collina in modo particolare..).
Sanità. Si chiudono gli ospedali o reparti importanti di essi e, per le urgenze, si devono fare decine di km sperando di arrivarci vivi…. L’assistenza gratuita, anche per i meno abbienti, è un ricordo!
Corrente elettrica e linee telefoniche. Le centrali obsolete fanno si che i servizi siano sovente di pessima qualità con frequenti interruzioni. La mancata pulizia della vegetazione intorno alle linee aeree provocano (a seguito, di nevicate, vento, piogge neanche tanto abbondanti) interruzioni anche gravi. Gli utenti vengono di conseguenza, nel caso di Enel, riforniti con gruppi elettrogeni con costi che lascio a tutti immaginare. Questo nonostante che gli addetti si prodighino in modo anche encomiabile. Nel caso dei telefoni in passato abbiamo avuto interruzioni durate mesi. Se si pensa che queste sono aziende che un tempo (in parte anche adesso) operavano in regime di monopolio con tariffe altissime è evidente che esiste un problema di management, ovviamente nei livelli più alti, di gravità eccezionale;
Le strade sono state una delle poche competenze che le Provincie curavano con efficienza. Da alcuni anni la Provincia di Cuneo sta cercando di dismettere ai Comuni tutto il possibile gravando sui già esigui bilanci degli stessi;
L’istruzione scolastica. La chiusura delle scuole di montagna ha raggiunto ormai l’apice.
Chi vuole fare le superiori, o è un eroe che si sobbarca orari e disagi pesantissimi, o si trasferisce!
Per le elementari e le medie è invece sufficiente farsi di-20-30 km tutti i giorni….
La giustizia. Parafrasando il mugnaio di Saint-Souci: “c’è ancora un giudice a Berlino?”
Poste. E’ un servizio ridotto ormai ad una farsa. Una leggera nevicata è sovente il pretesto per non aprire gli uffici. I servizi sono quelli che sono. Non fatevi spedire pacchi se abitate in montagna……
Ecco l’esempio di un pacco spedito il 30/11/2012 da Firenze per il Comune di Ostana.
Inviato da Ufficio postale di Firenze - Via Bartolini il giorno venerdi 30 ore 16.
Trattandosi di "paccocelere1plus", la consegna è garantita per il giorno dopo. Teoricamente consegnano anche il sabato. Trattandosi di località montana garantivano per il lunedi 3 dic.
Martedi 4 dic sul sito di tracciamento risulta "in consegna immediata". E’ a Cuneo "in consegna immediata".
E cosi' mercoledi 5 e giovedi 6 e venerdi 7
Lunedi 10 il mittente, dopo le rimostranze del destinatario, chiama il call-center (perché sul sito online di tracciabilita' il pacco non è piu' presente) e rispondono che lo vedono "in consegna immediata".
Dicono anche che se non lo consegnano si può fare protesta formale presso un qualunque ufficio postale. Sai la soddisfazione………..?
Il 14/10 sul sito di tracciabilità viene riportato "CAUSA FORZA MAGGIORE - IN CONSEGNA AL PIU' PRESTO"
Il 17/10 sul sito di tracciabilità viene riportato " LA SPEDIZIONE VERRA' CONSEGNATA AL PIU' PRESTO", Cuneo ore 09 del 17/12/2012. E stiamo ancora aspettando……
ID del pacco: XA707070365IT
CONCLUSIONE
Reduce da una visita a Roma presso un Ministero dove, allo sportello per i pass c’erano quattro persone (visto gli ingressi, una sarebbe già d’avanzo..), credo che in montagna dobbiamo prepararci a tempi ancora più duri. Il tanto decantato governo Monti è stato abilissimo ad aumentare le tasse a chi già le pagava ma non ha inciso minimamente sugli sprechi.
Per incidere sugli sprechi bisogna che qualcuno sia disponibile a fare sul serio un attento lavoro nell’ambito della pubblica amministrazione (ministeri, regioni, provincie, parastato, grandi comuni, ecc. dove si annidano le inefficienze): indagini conoscitive capillari, confronti tra carichi di lavoro e disponibilità di addetti, analisi dei flussi dei documenti e delle procedure, proposte di semplificazioni, proposte per la riorganizzazione delle rendicontazioni, ecc. e infine, opera omnia: proposta per una ridefinizione dell’architettura istituzionale. La tanto declamata efficienza passa da qui e quindi non facciamoci illusioni…..
Tutto questo richiede lavoro, lavoro, lavoro. Ma oggi si preferisce incassare che lavorare.
Tutto questo per traslare risorse da settori improduttivi al mondo delle imprese, della ricerca, della scuola, ecc. e ridare competitività al Paese Italia.
Dopo la manifestazione di Pian del Re (visita di Bossi con corna dello stesso indirizzate ai 70 sindaci, con fascia tricolore, presenti) contro il decreto dell’allora, infausto, ministro Calderoli (quello delle semplificazioni che non ha mai semplificato nulla, anzi…) i sindaci furono convocati in Prefettura dove poterono confrontarsi con due ALTI funzionari del Ministero delle Finanze (almeno così li presentò l’allora sottosegretario Davico).
Alla domanda su quali fossero i risparmi previsti con l’abolizione dei piccoli comuni questi risposero candidamente di non saperlo.
Questo è il modo col quale si lavora nei ministeri e in base a queste NON CONOSCENZE vengono presi molti provvedimenti. Questi gli esperti di cui si avvale chi ci governa!
Pensiamo quindi che verranno eliminati i privilegi che legano, in varia maniera chi usufruisce di lautissimi stipendi, pensioni d’oro, liquidazioni da favola, consulenze d’oro, fondazioni personali regolarmente finanziate a nostre spese, ecc.? E dentro ci sono, oltre ai politici, alte cariche della magistratura e dell’esercito, baroni universitari, enti inutili soppressi ma non soppressi, parte del sindacato, apparati statali con stipendi da favola, ecc. Chi avrà firmato i contratti che mandavano in pensione gente che aveva lavorato 15-20 anni?
Impossibile: “cane non morde cane” dicevano gli indiani d’America.
Ma allora quale futuro?
Per ora c’è solo la certezza che lo Stato diventa sempre di più, nelle nostre montagne, un elemento indistinto e lontano. Fino a quando il bicchiere sarà colmo e la gente non si accontenterà più di alzare le spalle rassegnata. Non siamo noi ad avere scialato nel passato. E questo conto lo dobbiamo pagare noi?
Piangi Italia, ne hai ben donde…..
Giacomo Lombardo
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