Una giornata con gli Arbêreshê al Museo di Arti e tradizioni popolari all’Eur a Roma
In occasione dei festeggiamenti del centenario dell’indipendenza dell’Albania, ai quali partecipa anche l’Italia, Present ha inaugurato il progetto “Gli Italiani dell’Altrove: incontro con le minoranze linguistiche storiche d’Italia” con una giornata dedicata alla lingua e alla cultura Arbêreshê.
La giornata si è svolta il 6 dicembre presso l’Istituto Centrale per la Demoantropologia di cui il Museo di Arti e Tradizioni Popolari è parte, luogo che conserva oltre centomila documenti relativi alle tradizioni popolari di tutte le regioni italiane acquisiti dal 1906 ad oggi. Il Museo nasce dalle Mostre Etnografiche e Regionali, realizzate a Roma durante l’Esposizione Internazionale del 1911 per celebrare il cinquantenario dell’Unità d’Italia. L’etnologo Lamberto Loria (1855/1913), dopo aver compiuto numerose spedizioni in paesi extraeuropei, si rese conto, durante un breve soggiorno nel Sannio, della necessità di documentare anche in Italia quella cultura agro-pastorale messa in crisi dalla progessiva industrializzazione.
Ma l’ideazione della manifestazione da parte di Present, che fa capo al progetto PACI, che fa riferimento alle Convenzioni Unesco per la salvaguardia del Patrimonio Immateriale (Parigi, 17 ottobre 2003) e sulla protezione e promozione delle espressioni della diversità culturale (Parigi, 20 ottobre 2005), è tutt'altro che passeista. Si legge infatti nella presentazione “ Il progetto “Gli Italiani dell’Altrove” vuole contribuire a mettere in luce la realtà storica e contemporanea delle Minoranze Linguistiche. In particolare si intende richiamare l’esperienza storica condivisa di accoglienza, integrazione, ma anche di conservazione dell’identità di “altri” che vengono da “altrove”, senza dimenticare l’attualità del tema dell’immigrazione nel nostro paese.”
Per la giornata del 6 dicembre Present ha scelto di chiedere un contributo a studiosi e protagonisti di queste storie di accoglienza, e di proporre un’immagine viva della minoranza arbêreshê invitando linguisti come Francesco Altimari e studiosi come Luciana Mariotti, Vito Teti, Roberta Tucci e dando spazio a reading letterari, musica, tradizione alimentare.
Dato che si ipotizza che il secondo incontro potrebbe vedere in scena il mondo occitano, ho partecipato interamente alla giornata proposta e devo dire che è stata veramente una manifestazione riuscita. I re della manifestazione sono stati sicuramente lo scrittore Carmine Abate, vincitore del Premio Campiello 2012 e il buffet preparato dal cuoco Franco Nicoletti del Ristorante Agorà di Civita (Cs). Non poteva che essere così, ma tutta la giornata è stata di estremo interesse.
Il reading letterario tratto dalla trilogia delle Stagioni di Hora (Il ballo tondo, La moto di Scanderberg, Il Mosaico del tempo grande) con Carmine Abate e la sua testimonianza hanno confermato uno scrittore di grande qualità letteraria ma anche di grande consapevolezza identitaria. Il suo intervento ha dato alla giornata un ritmo contemporaneo, non vittimistico, consapevole del valore dell’identità ma aperto al futuro.
E’ stato veramente bello che questa giornata sia stata accolta in un luogo museale sulle tradizioni popolari e che abbia saputo uscire dal campo del folclore passeista per tuffarsi nel mondo della contemporaneità delle minoranze linguistiche uscendo dagli abituali stereotipi.
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