Cuore e coraggio di donne occitane, un faro per rischiarare l’oscurità del contemporaneo
In questi anni la Chambra d’oc ha attuato un lavoro costante di recupero della memoria delle donne che hanno in qualche modo marcato la storia dell’Occitania in tutta la sua interezza: dalle Alpi ai Pirenei nell’Occitania grande e nelle Valli Occitane, valorizzando tanti punti di vista ed esperienze diversificate.
Il libro radice che ha dato l’avvio a questo lavoro si può dire che è stato “18 menù d’Occitania, dedicati a 18 donne celebri della storia occitana”. In questo libro, redatto da Andrée Bertino e Fredo Valla, si rende omaggio a donne del passato e donne del presente riconoscendo il loro valore e portando alla luce le loro qualità di forza e di coraggio.
Nell’occasione della giornata del 25 novembre dedicata alla violenza sulle donne vorrei citare in particolare la biografia di una di queste donne: Giulietta Lanteri. “Nata a Piaggia nel 1873. Aveva 6 anni quanto la famiglia lasciò le valli brigasche: destinazione l’Argentina.Fu un lungo viaggio in battello con la speranza di un po’ di fortuna. Nel suo nuovo paese, Julieta lottò per i diritti civili e il voto alle donne. Fu la prima donna chirurgo. Fondò la lega per i diritti della Donna e del Bambino, si candidò deputata al Congresso. Nelle pause della vita politica pascolava un piccolo gregge (proprio come fanno i nostri politici contemporanei! n.d.r) nella pampa ventosa e forse ritrovava gli antenati pastori per i pascoli del Saccarello o fra le rocce bianche ai piedi del Marguareis”. A lei è stato dedicato un menù robusto e di gusti forti, così come indica la biografia del personaggio: acciughe al verde (Valli Occitane), Pissaladiera di Nizza (Provenza), Fricassea di vitello (Provenza), Soufflè di castagne (Linguadoca).
Il secondo lavoro che vorrei citare è la pubblicazione del libro “Simone Weil: pensieri filosofici dedicati all’Occitania” dove vengono riportati due testi poco conosciuti:” L’agonia di una civiltà nelle immagini di un poema epico e L’ispirazione occitana”. Nel 1200 la civiltà occitana ha diffuso in tutta Europa le parole chiave dei trobadors e delle numerose trobairitz: Paratge (pari opportunità), Jòi (gioia di vivere), Prètz (valore), Larguesa (generosità), Convivéncia (l’arte di vivere insieme in armonia), tutte parole che oggi come ieri sono alla base di un’etica del vivere comune. Vale la pena rileggere oggi i due testi sopra citati della Weil perchè sono di un’attualità impressionante.
Ed è proprio ispirandoci alla parola Convivéncia che abbiamo continuato in un lavoro al femminile collaborando con l’antropologa Michela Zucca al volume voluto dalla Provincia Autonoma di Trento in occasione dell’8 marzo del 2004 “Il prezzo dei sogni” dedicato a donne che avevano un sogno e il racconto del loro cammino per realizzarlo.
Incoraggiati da questo interessamento anche esterno alle Valli Occitane abbiamo in seguito ideato la manifestazione “Donne di cuore e di coraggio” nel 2007, anno europeo dedicato alle pari opportunità. Nel salone della Provincia di Cuneo (reso ancora allora accessibile alle associazioni che promuovevano manifestazioni di particolare valore sociale) si è tenuta una Gionata dedicata a donne che hanno cuore e coraggio: Clelia Baccon, Adriana Basso, Stefania Belmondo, Andrè Bertino, Dominique Boschero, Chiara Bosonetto, Grazia Calliero, Franca Coisson, Gabriella Ghigo, Augusta Gleise, Elsa Isoardi, Giovanna Jayme, Rosina De Pèira, Lara Peyrot, Nadia Peyrot e Donatella Sommani. Una per ogni valle occitana, dalle Valli Monregalesi alla Valle di Susa, e una rappresentante dell’Occitania d’oltralpe.
In seguito siamo passati alla contemporaneità del tema realizzando con Maurizio Dematteis due inchieste sui reinsediamenti nella montagna occitana: “Avem fach un sumi” e “Mamma li turchi”. Nel primo 12 coppie raccontano il loro sogno di andare a vivere in montagna, di intraprendere nuovi cammini, la loro filosofia di vita e il loro sogno realizzato di abitare la montagna occitana. In questo libro, accompagnato da un video si sente tutta la forza e la determinazione delle donne. Nel secondo volume la figura femminile è necessariamente più sfumata per ragioni culturali ma è comunque presente tra le righe nel racconto degli uomini .
Abbiamo poi la pubblicazione di Jennie Comollo e Bruno Rosano “Donne d’Occitania nella storia: IL Medio Evo” che ci porta a conoscere alcuni aspetti di quel periodo legato alla nostra area tra cui periodi bui come l’inquisizione e l’eresia.
Passando alla musica, tema nel quale siamo forti come cultura occitana, due donne con la loro meravigliosa voce a cappella hanno realizzato il cd Trobairitz d’oc “Margòt vòu pas dançar” dove compare tra gli altri un canto emblematico “A la ruaa de Rore” che ci porta alla violenza che le donne hanno nei secoli subito e che la giornata del 25 novembre ci porta a ricordare.
Vorrei terminare questo breve excursus dedicato al lavoro che come Associazione abbiamo in questi anni compiuto, per la realizzazione di chiare intenzioni che fanno emergere tutto il potenziale femminile, citando un progetto di largo respiro europeo del 2008 al cui gruppo realizzativo hanno partecipato 4 donne su 7 membri,“L’Occitania a pè”, un cammino da Vinadio a Vielha di 1350 km di percorso e 70 giorni di viaggio ideato in seguito ad appello all’Unesco per dichiarare elementi rappresentativi della civiltà occitana Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Di questa impresa ha scritto il Diario di viaggio una donna, Manuela Almonte, un’altra donna, Elisa Nicoli, ne ha realizzato un film e siamo in attesa che venga pubblicata da Vivalda la guida scritta da Roberta Ferraris.
Ci rendiamo conto che siamo delle donne privilegiate perchè abitiamo in un territorio che non ha più avuto guerre e che ha sviluppato in questo ultimi 40 anni una sensibilità e un rispetto nei confronti di questo tema.
I lavori che abbiamo ralizzato e che ho descritto non sarebbero stati possibili senza la cooperazione maschile ed è proprio lì che si vede come in un’etica sana possano nascere scelte di vita condivise e percorsi politici innovativi.
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