La pubblicazione comprende anche un cd di musica occitana e friulana
Un libro che descrive la realtà friulana e la mette in relazione e a confronto con quella occitana e con quelle di una serie di altre minoranze e nazionalità d'Europa. Si intitola “Occitania, Friuli, Europa. La mia lingua suona il rock” ed è stato pubblicato, con il contributo e il patrocinio della Provincia di Torino, dall'associazione Lidrîs e Butui, sodalizio costituito nel 2003 per iniziativa di un gruppo di giovani di origine friulana che vivono a Torino e altrove in Piemonte.
Il volume, scritto dal ricercatore e giornalista freelance Marco Stolfo, descrive l'evoluzione della produzione musicale in occitano e in friulano negli ultimi quarant'anni, illustra il contesto storico, geografico, culturale, linguistico e politico del Friuli e delle terre “d'Óc” e rende conto della relazione tra musica nella lingua propria, rivendicazioni su diritti linguistici e forme di autogoverno territoriale e esistenza o meno di azioni di tutela e forme di autonomia regionale. La comparazione tra il Friuli e quella che, in termini geografici e demografici, è la nazione senza stato più grande dell'Europa occidentale è condotta soprattutto sui binari della storia degli ultimi due secoli, in cui per Stolfo è possibile individuare l'esistenza di un conflitto, in corso ancora oggi, che riguarda economia, cultura e politica. Da una parte c'è “Babilonia”, alla quale corrispondono le tendenze all'omologazione che derivano dal nazionalismo e dalla globalizzazione, e dall'altra “Babele”, cioè la diversità e la pluralità di lingue e culture, le nazionalità e i territori e la resistenza all'alienazione e alla colonizzazione.
Nel libro si mette in evidenza che nel corso del Novecento ci sono diversi momenti in cui quelle parti di “Babele” che sono l'Occitania e il Friuli «alzano la testa e mostrano la lingua». È quanto si verifica con diverse mobilitazioni politiche e sociali: dalle manifestazioni dei vinhairons a Montpellier tal 1907 al “biennio rosso” in Friuli, dalla Resistenza e dalla Liberazione nell'Occitania “francese” e “italiana” e in Friuli fino ai movimenti emersi negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta in entrambe le realtà (Volem Viure al Pais, MAO, UDAVO, MF, DP dal Friûl, l'ecoautonomismo friulano) sino alle dinamiche presenti negli ultimi due decenni.
Il tutto si manifesta anche nel pensiero e nella scrittura, da Jòrgi Rebol e Carles Campròs a Max Roqueta, Joan Bodon, Robert Lafont, Toni Boudrie e Felix Castanh in Occitania; da Zuan Minut e Achîl Telin a Pasolini, fino a Leo Zanier, Galliano Zof, a Usmis e più recentemente ai Trastolons in Friuli, e qundi nella musica. Per fare qualche esempio: la “nova cançon occitana” e i canzonieri; Massilia Sound System, Lou Dalfin e Lou Seriol e Mitili FLK, Lino Straulino e Arbe Garbe; Lou Davi e Goulamas'k e Dj Tubet e Mig 29 over Disneyland.
Il rapporto tra lingua propria e musica è affrontato anche in base al confronto con altre esperienze (Sardegna, Paese Basco, Frisia, Paesi Catalani, Corsica, Bretagna, Galles, Scozia, Galizia...) e in base ad una serie di testimonianze dirette di musicisti e operatori culturali.
“Occitania, Friuli, Europa. La mia lingua suona il rock” non è solo un libro da leggere, ma è anche un cd da ascoltare con una ricca selezione di rock, folk, reggae e hip hop in occitano e in friulano.
Dopo la presentazione effettuata a O Borc (Borgo San Dalmazzo), nell'ambito della “Festa de Lou Dalfin” lo scorso 3 novembre, la pubblicazione sarà presentata e distribuita in Piemonte, in Friuli e altrove nel corso dell'inverno. In provincia di Torino l'associazione Lidrîs e Butui organizzerà a breve una serie di appuntamenti dedicati a lingue, diritti, musica e Europa dal titolo “La mia lingua suona...in tour” e tra qualche settimana sarà pubblicata la versione rinnovata del sito web www.lidrisebutui.wordpress.com. Per saperne di più: lidrisebutui@gmail.com.
Marco Stolfo, OCCITANIA, FRIULI, EUROPA. LA MIA LINGUA SUONA IL ROCK, Lidrîs e Butui, Torino/Udine, 2011 (libro + cd)
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