Nel ‘700 illustri scienziati, naturalisti, geologi, geografi animati da razionalità illuministica, rivolgono le proprie ricerche allo studio sistematico delle Alpi per meglio comprenderne la nascita e l’ evoluzione, affascinati dalle forze messe in gioco dalla Natura. Con la prima ascensione al Monte Bianco nel 1787 di Jaques Balmat e Michel Gabriel Paccard, sostenuta dal naturalista francese Horace Bénédict de Saussure nasce ufficialmente l’Alpinismo e, all’inizio dell‘800, interviene un nuovo sentimento romantico ad ispirare gli alpinisti: “agli scienziati si affiancano uomini di lettere e d’arte influenzati dalle eredità intellettuali di Albrecht von Haller o di Jean-Jacques Rousseau scoprendo nei luoghi la bellezza dei ghiacciai e delle cascate, degli orridi e delle vertiginose vette. La percezione estetica evolve dal pittoresco al sublime (fig. 1). Prende piede la moda del Grand Tour attraverso le Alpi”1 verso spazi dell’immaginazione e dell’emozione irrinunciabili per l’aristocrazia del tempo e autorevoli intellettuali quali Goethe, Dumas, Sthendal, Byron, Shelley, Leslie Stephen, Whymper (fig. 2) e Ruskin che nel suo volume “Modern Painters” definisce le montagne “Cattedrali della terra” sottolineando che “Le montagne sono l’inizio e la fine di tutto lo scenario naturale e i miei affetti sono completamente legati ad esse e alle forme del paesaggio sottostante che ad esse conduce” (fig. 3). Una nuova attenzione viene rivolta ai territori alpini che si trasformano in luoghi di ricerca e studio, quindi di intima introspezione di intellettuali che con la scoperta dei grandi paesaggi alpini affrontano anche le superstizioni che stroncavano ogni desiderio di ascensione nei valligiani impegnati a condurre una non sempre facile vita di agricoltori, allevatori di ben pochi capi animali, impegnati nella gestione di un territorio non facile per le attività umane.
Gente del Monviso: da allevatori, contadini e cacciatori ad albergatori e guide alpine
Nel momento in cui Torino diviene capitale del Regno d’Italia gli alpinisti inglesi proseguono la loro conquista delle vette delle Alpi. L’arco alpino diviene veramente il “playground of Europe“, secondo la definizione di Leslie Stephen, e molti inglesi si avvicinano al Monviso: James David Forbes, glaciologo, compie il primo Giro di Viso nel 1839, John Murray pubblica nel 1840 la prima guida turistica della Svizzera e delle Alpi occidentali, (John Ball pubblicherà nel 1879 una curatissima “Guida delle Alpi Cozie”) fino alla fatidica data del 30 agosto 1861 quando William Mathews compie la prima ascensione (ad oggi conosciuta) del Monviso (fig. 4).
Sui territori del Monviso esistevano già delle Guide, una di queste, certo Antonio Perotti aveva accompagnato Carlo Alberto alla Grotta del Rio Martino a Crissolo nel 1828 e, nel 1836, accompagna il futuro Vittorio Emanuele II in un sopralluogo al Buco di Viso. Sicuramente esistevano Guide e Spalloni che percorrevano i sentieri verso la Francia e, soprattutto, esistevano montanari che per migliorare i magri proventi di un’avara agricoltura di montagna integravano le proprie attività con la caccia in alta quota: questi erano i migliori conoscitori del territorio alpino che fino ad allora non aveva destato l’interesse delle popolazioni per l’impossibilità di trarne un qualche beneficio economico quando non dissuasi da inquietanti racconti di sventure, superstizioni e malefizi che avrebbero colpito chi avesse osato sfidare la vetta.
In questo decennio tra il 1861, caratterizzato dall’ascensione inglese al Monviso di William Mathews, da quella di Francis Fox Tuckett nel 18622 e dalla successiva di Quintino Sella nel 1863, con le prime Guide Alpine della Valle Varaita3, fino ad arrivare al 1874, anno in cui si riuniscono gli Alpinisti Italiani per il VII Congresso a Crissolo per una visita alle Sorgenti del Po (fig. 5), cambia sostanzialmente il paradigma dello sviluppo nelle alte valli del Monviso: nascono le prime riconosciute Guide tra la Valle Pellice, la Valle Po e la Valle Varaita. Gli abitanti da Contadini, Agricoltori e Allevatori (quando non Contrabbandieri) si trasformano in Guide e Albergatori, in una rinascita socio-economica e professionale senza eguali, segno di una imprenditorialità pronta a cogliere le occasioni che la scoperta della Montagna, dell’Alpinismo e del Turismo stavano offrendo grazie all’interesse verso le Alpi prima di una borghesia benestante e poi di sempre più ampie fasce sociali. Così nasce nel 1874 l’Albergo Rifugio del Pian del Re per merito dei Fratelli Genre Doga che varano, sul lago Fiorenza, una imbarcazione per scopi turistici, “La Fiorentina”, con il contemporaneo fiorire di nuovi esercizi che trasformano Crissolo nel polo di attrazione più importante per le attività legate al Monviso (fig. 6,7,8).
Michele Re, la prima guida della Valle Po
Michele Re (Venturino), trovatello adottato dalla Famiglia Re della frazione di Calcinere di Paesana fu la prima guida della Valle a salire sul Monviso con l’avv. Simondi di Barge il 1° settembre 1864 e solo sei anni più tardi verrà definita come “la miglior guida al Monviso” dal conte Carlo Pensa di Marsaglia. Nel 1874 era già un punto di riferimento famoso e vantava ben 18 ascensioni al Monviso tanto che il suo nome è il primo che compare nell’elenco delle Guide Alpine in occasione del VII Congresso degli Alpinisti riuniti a Crissolo.
Il Monviso però non fu solo il luogo dell’alpinismo e del turismo, nel 1877, infatti, come riportata dalla Guida Alpina Paolo Gilli in un suo prezioso testo, Michele Re e suo figlio Battista, gestori nella frazione Calcinere di Paesana di un esercizio dal significativo nome “Locanda del cacciatore di camosci”, accompagnano sulla vetta del Monviso il 23-24 agosto 1877 Giovanni Giolitti, futuro primo ministro del Regno Sabaudo,” e il dott. Angelo Mosso (titolare della cattedra di Fisiologia a Torino nel 1879) (fig. 9), compiendo i primi esperimenti strumentali di fisiologia d’alta quota. Alcuni anni dopo il dott. Angelo Mosso scriverà un volume dal titolo “La fisiologia dell’uomo sulle Alpi”, un testo fondamentale per la medicina italiana sulla fatica e la respirazione in alta quota (fig. 10). Il Monviso non è solo il playground of Europe, ma diviene luogo di ricerca scientifica e di sperimentazione di notevole interesse per il mondo accademico italiano (fig. 11).
Si rivolgono all’alpinismo in questi anni cruciali le grandi Guide Storiche del Monviso e di Crissolo diventando veri professionisti della Montagna e il 4 agosto 1880 viene pubblicato sulla Gazzetta di Saluzzo il primo Regolamento Sezionale per iniziativa di Genre “Doga” e dei Fratelli Pilatone, abili imprenditori per il turismo dell’alta valle Po di quel periodo storico. Anni cruciali che determinarono una trasformazione urbanistica sostanziale di Crissolo, il paese delle Guide Alpine del Monviso (fig. 12).
Fig. 1 - Copertine tratte dalla collana “I Licheni” – Vivalda Editori.
Fig. 2 - Ritratto di Edward Whymper abile illustratore autore della prima ascensione del Cervino.
Fig. 3 - Castello di Chateau Queyras disegnato da E. Whymper (archivio S. Beccio).
Fig. 4 - William Mathews (Biblioteca Nazionale CAI).
Fig. 5 - Bartolomeo Gastaldi (Centro di Documentazione Museo Nazionale Montagna - CAI - Torino).
Fig. 6 - Vittorio Besso, Albergo Alpino. Pian del Re – 1874 post., stampa all’albumina (Centro di Documentazione Museo Nazionale Montagna - CAI - Torino).
Fig. 7 - Vittorio Besso, In barca sul Lago Fiorenza ai piedi del Monviso (Alpi Occidentali, 1882), (Centro di Documentazione Museo Nazionale Montagna - CAI - Torino).
Fig. 7bis - La Fiorentina (Archivio C. Colomba).
Fig. 8 - Alle Sorgenti del Po, Crissolo, Pian del Re, Escursione in occasione del VII congresso degli Alpinisti Italiani. – 1874 - Stampa all’albumina, (Centro di Documentazione Museo Nazionale Montagna - CAI - Torino).
Fig. 9 - Il dott. Angelo Mosso (Archivio Scientifico Tecnologico dell’Università di Torino – Fondo Angelo Mosso).
Fig. 10 - Il dott. Angelo Mosso e l’Ergografo (Archivio Scientifico Tecnologico dell’Università di Torino – Fondo Angelo Mosso).
Fig. 11 - Rilevamenti del battito cardiaco eseguiti da Angelo Mosso sui suoi compagni tra cui Giovanni Giolitti (Archivio Scientifico Tecnologico dell’Università di Torino – Fondo Angelo Mosso).
Fig. 12 - Giuseppe Berardo, Grande Albergo del Gallo di Pilatone, 1880 ca., (Centro di Documentazione Museo Nazionale Montagna - CAI - Torino).
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