Un canto narrativo ironico e divertente, su melodia di valzer, proveniente dalla frazione Villa di Lemie in francoprovenzale locale. Pare abbia avuto origine da personaggi ed episodi realmente accaduti nella zona. Sono inoltre particolarmente interessanti molti termini linguistici che oggi sono poco comuni. Questo canto ci è stato insegnato da Michele Baietto, cui siamo riconoscenti e abbiamo voluto inserirlo, anche se in versione ridotta, in quanto si tratta di un raro canto in lingua locale, sede della mostra. Da notare anche come la melodia sia la stessa del noto canto di trincea diffuso durante la I Guerra Mondiale: Ta-pum, conosciuto anche come Venti giorni sull'Ortigara che vede a sua volta le origini in un vecchio canto di minatori. Un esempio di come canti e musiche nel mondo popolare siano sempre stati mobili, riadattati e modificati costantemente. Eseguiamo una nostra versione di Ta-pum nello spettacolo: SENTO IL ROMBO DEL CANNONE (spettacolo di suoni, parole, musiche e canti su Grande Guerra e canto popolare), spettacolo-concerto liberamente tratto dal libro Al rombo del cannon. Grande Guerra e canto popolare (Neri Pozza, 2018), scritto dagli stessi autori: Franco Castelli, Emilio Jona, Alberto Lovatto.
Abbiamo registrato questo canto appositamente per la mostra di Lemie.
Sur Tòni a Minet 'Cinta / un pai braie ou i-a coumandà
un pai bràie a la franseisa / e ura ou soun gia s-chancà
L'ou prun bòt coul souà butàie / oul souà butàie a l'ài boulai
à l'ài boulai su pla Bandìa / qui es tou pien busoun ed' brousai
I soun s-chancà ant'una sacòci / discusie ant tou peitràl
sferbeià giu su piia / in e s-chancoun ant un galoun
Quiòu an pàga lou jouòrn dopou / ou i-est alà giu a la Vilà
Minet 'Cinta ou i-ere an piassi / beica i sì ou soun gia s-chancà
I sai prope nhan san dite / se toue braie ou soun s-chancà
il tzai taia an Val Outzeri / il tzai cusie à la Vilà
I-ai douì trài tacoun et frustana / i tacounou el braie 'd lana
i faou fare una lambana / e que tzet bin ramputì
Est inutil ed' impousibil / i sei et 'partensi sou dirigibil
i parteisou da teribil / e gia sperou 'ed ritournà
E i-avé gia pasà una smana / que sur Toni ou savé pi nhon vieu
Minet 'Cinta ou i-ere an creussi / ou l'avé poi cu sfus perdu
Li jouòrn dopou la partensi / sour abate ou i-est à ruvà
coun set pai 'd braie si grande / touite set ou 'l tza butà
Set pai 'd braie ou 'l tza citaie / set pai 'd braie e una moudanda
que fineise sitta landa / et far sempa tacounà!
SIGNOR ANTONIO A MINI DI CINTA
Il signor Antonio a Mini di Cinta ha ordinato un paio di pantaloni, un paio di pantaloni alla francese e adesso sono già strappati. / La prima volta che gli ha indossati, se gli è messi per andare a funghi, andare a funghi su per la Bandìa (località in Valle Orsiera, Lemie), che è pieno di cespugli e rododendri. / Si sono strappati in una tasca, scuciti nel sedere, sfilacciati sui piedi e uno strappo sul tallone. / Lui di conseguenza, il giorno dopo, è andato giù alla Villa (fraz. di Lemie), Mini di Cinta era in piazza: “Guarda qua sono già strappati”. / “Non so proprio cosa dirti se i tuoi pantaloni sono strappati, gli ho tagliati in Valle Orsiera, gli ho cuciti alla Villa”. / “Ho due o tre ritagli di fustagno,rattoppo i pantaloni di lana, faccio fare una toppa e che sia ben rammendato”. / “E' inutile ed impossibile, sono in partenza con la corriera, parto mal messo e già spero di ritornare”. / Era già passata una settimana che il signor Antonio non si era più visto, Mini di Cinta era preoccupato, aveva paura che si fosse perso. / Il giorno dopo la partenza il signor abate (soprannome si sur Toni) è arrivato con sette paia di pantaloni, tutte sette indossate. / Si è comprato sette paia di pantaloni, sette paia di pantaloni e una mutanda, che finisca questa storia di fare sempre rattoppare!
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