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Eventi e iniziative

Novità editoriali: il Dizionario di Bessans

Novitaie editoriale: lo Dishonéro de Bessan

di Matteo Ghiotto

italiano

Per noi che operiamo nel settore della tutela delle minoranze linguistiche storiche, il lavoro di raccolta del lessico delle differenti varietà locali è una delle nostre attività più importanti. Attraverso di esso non solo ci proponiamo di conservarlo e di trasmetterlo, bensì di renderlo fruibile e utile per lo studio e la ricerca, a tutti i livelli. Raccogliere materiale lessicale non è sempre agevole: occorre trovare informatori disponibili a sottoporsi a questionari, concordare gli incontri per la somministrazione degli stessi, registrare le parole o le frasi e avere molto tempo per trasferire l’audio su carta.

A volte, tuttavia, questo percorso viene abbreviato in quanto le singole comunità parlanti, a fronte di una spiccata sensibilità linguistica, decidono di creare gruppi di studio e di indagine. Questo è quanto avvenuto a Bessans, paese di matrice francoprovenzale situato nell’Alta Moriana (Savoia). Se molti sono coloro che conoscono questa località per le sue bellezze naturalistiche e per le piste di sci di fondo che la rendono una meta per migliaia di appassionati o per gli allenamenti della nazionale francese, non tutti sanno che Bessans oltre ad essere la patria dei “diavoli” scolpiti è anche custode di una lingua molto interessante e arcaica.

È grazie alla commissione patois di Bessans Jadis et Aujourd’hui, associazione che opera sul territorio comunale per la salvaguardia del patrimonio culturale, storico e linguistico del paese, che, dopo più di vent’anni di minuziosa ricerca, si è giunti da un lato alla creazione di un vocabolario sonoro sul sito dell’associazione stessa e dall’altro alla pubblicazione di questo dizionario Dictionnaire Patois bessanais Français, composto di circa tremila lemmi e infarcito di interessanti contributi fraseologici e idiomatici che rendono l’opera decisamente completa.

La grafia utilizzata è stata quella di Conflans, largamente impiegata per la scrittura dei dizionari francoprovenzali d’Oltralpe, riadattata alle esigenze fonetiche del bessanese. Il suo impiego coerente e chiaro, nonostante l’alto numero di diacritici, peraltro necessari per restituire senza tradimenti ogni sfumatura di suono, permette di potersi muovere abbastanza agevolmente nella lettura.

Ne emerge una lingua estremamente densa di specificità, la più evidente delle quali, a mio avviso, è la presenza della desinenza -s per i plurali maschili, completamente persa nelle varietà francoprovenzali cisalpine e presente in alcune parlate occitane della media Val Chisone. Questo tratto, assente nei vicini villaggi di Lanslevillard e Lanslebourg, testimonia di una comunità conservativa che ha saputo mantenere nel tempo, oltre i pesanti contraccolpi della lingua nazionale, tutta l’autenticità del suo bagaglio fonetico, morfologico, lessicale, grammaticale e semantico.

Tra gli altri macrofenomeni che è possibile segnalare troviamo la scomparsa di alcune approssimanti intervocaliche, già vibranti, presenti, per esempio, nelle varietà di Venaus e di Giaglione. In generale, volendo tratteggiare delle similitudini con le parlate francoprovenzali della nostra area cisalpina, possiamo assimilare il bessanese al novalicense e al venausino: basti pensare al trattamento dei nessi consonantici latini -st-, -sp- e -sc- che risolvono rispettivamente in -h-, -f- e -h-, come nelle due comunità della Val Cenischia succitate. Assai significativa, sul versante del vocalismo è la resa della -a- atona in sede finale di parola che, come a Novalesa e Venaus si velarizza tanto da assomigliare a una -o-. La scelta degli estensori del Dictionnaire è proprio quella, al pari dell’occitano, di far terminare in -o- i sostantivi femminili piani. Infine, per quanto concerne l’accentuazione, non si riscontra la progressione dell’accento come in molte varietà della Valle di Susa e delle Valli di Lanzo.

Come ho già avuto modo di dire, il pateûés di Bessans si contraddistingue per la sua arcaicità e per l’esteso ventaglio di tratti identitari. Non bisogna nascondere che tutte le varietà dell’Alta Moriana, in trenta chilometri di sviluppo geografico, possiedono peculiarità che le distinguono tra loro e dalle altre dell’area transalpina. In questo breve contributo non è possibile dilungarsi su questo aspetto, tuttavia è molto proficuo puntare i riflettori sulle parlate dei nostri fratelli d’Oltralpe.

franco-provenzale

Pre no que d’ovrein din lo doméno de la sovegarda de le minoranse languestique istorique, lo travalh de culhetò do lessico de le difareinte varietaie locale ét unò de nóhres attivitaie plus emporteinte. A traves de hel de no proposein pa maque de vardalo e de passalo, ma asseu de reindre-lo fruiblo e utilo pre l’eheudio e la ressertse, a touit li level. Amassar materialo lessicalo ét pa delon simplo: i fot trovar d’enformatour desponiblo a soubetasse i questionéro, concordar le rencontre pre la somministrashon di mémo, enredzestrar li non e le frase e avér bieunn de tein pre tramar l’audio dessù papél.

Endecòl, totun, he percours ou veunt abrajò pre mo que tsaque comenetà parleinta, fahe d’ina hota sensibilità languesticca, lhe desside de crear de groupe d’eheudio e d’enquéhe. Heunn i s’at passà a Bessan, veladzo de rei francoprovensala plahiò din la Hota Moriéne (Savoué). Si ina vreiò ou cunusso he paì pre se beltaie naturalistique e pre le pihe d’esquì de fon qu’ou lo reindo ina destinashon pre de melhein-ne d’amatour on pre l’entrenameunn de la nashonala fransésa, pa touit ou saho que Bessan endelai d’iéhre la patrìe di “diablo” scultà ou l’eut asseu verda d’ina leinga bieunn enterisheinta e arcaicca.

Ét mersì a la commishon patoué de Bessans Jadis et Aujourd’hui, assossiashon que lh’ovre dessù lo territouéro comunalo pre la sovegarda do patremouéno culturalo, istoricco e languesticco do veladzo, que, apré plu de vent’an de ressertse a tinheunn, i s’at arevà d’in caro a la creashon d’in dishonéro sonoro dessù lo sito de la méma assossiashon e de l’otro a la peblecashon de he dishonéro Dictionnaire Patois bessanais Français, composà d’empopré treimile intraie e garnì d’enterisheinte contrebushon fraseolozhique e idiomatique qu’ou reindo l’ovradzo fran complet.

La grafì anovraia ét ihaia helò de Conflans, lardzemeunn empleiò pre l’ehreteura di dishonéro francoprovensalo do caro delai, revue pre les esedzeinse fonetique do bessanei. Son usadzo coereunn e clher, bieunn qu’avó in hot neumbro de diacriticco, entrotro nessesséro pre restituir seinsa treison tsaque moueindra nuanse de son, ou conseunt de lire plutó fassilhemeunn.

I n’en sòrt ina leinga fehiò de spessefissitaie, de lequinte la plu vouieinta, selon me, ét la preseinse de la deseneinse -s pre li pluriélo masculin, do tòt predouò din le varietaie francoprovensale do caro d’iheu e preseinta en carque patoué ossitan de la miéna Val Clhuson. He tret, asseunn din li protso veladzo do Veler e de Lembòrc, ou deut d’ina comenetà conservativa que lh’at sou mantenir din lo tein, endelai di peseunn embeton de la leinga nashonala, totò l’otentissità de son bagadzo foneticco, morfolozhicco, lessicalo, grammaticalo e semanticco.

Entre li otri macrofenoméno que de polein armarcar de trovein l’embaleviò de les approssimeinte entervocalique, dzà vibreinte, preseinte, pre esimplo, din le varietaie de Venó e de Dzalhon. En dzeneralo, an voleunn fare de ressemblanse avó le parlaie de nohra ére, de polein assimilar lo bessanei o valesan e o venosein: i no sufit de sondzér o tratameunn di groupe consonanticco latin -st-, -sp- e -sc- qu’ou sandzo en -h-, -f- e -h-, tal que din le deuve comenetaie de la Comba de Heniclha sussitaie. De greunta valour, dessù lo verseunn do vocalismo ét la randouò do -a- atono en fin de mòt que, comme a Novaleise e Venó, ou se velarizhe teunn a semblar in -o-. L’ahernouò di estensour do Dictionnaire ét fran helò, do mémo que pre l’ossitan, de frenir en -o- li non femenin plan. En fin, pre heunn qu’i engarde l’acsentuashon, de trovein pa l’avansemeunn de l’acseunn comme din bieunn de varietaie de la Val de Suse e de le Valaie de Lans.

Tal que d’é dzò deut, lo pateûés de Bessan ou se deharneit pre son arcaissità e pre l’amplo ensein de tret identitéro. I fot pa catsér que toteu le varietaie de la Hota Moriéne, en treunta quilométre de developameunn zhograficco, ou l’ont de spessefissitaie qu’ou le defaraho d’entre lhour e de les otre de l’ére transalpin-na. Din he simplo contrebù ét pa possiblo de parlar lontein de heunn, totun ét ina vreiò fosoneunn de pouintar li clher dessù le parlaie de nohri frare do caro delai de le montinheu.


Novità editoriali: il Dizionario di Bessans

Novitaie editoriale: lo Dishonéro de Bessan

di Matteo Ghiotto

italiano

Per noi che operiamo nel settore della tutela delle minoranze linguistiche storiche, il lavoro di raccolta del lessico delle differenti varietà locali è una delle nostre attività più importanti. Attraverso di esso non solo ci proponiamo di conservarlo e di trasmetterlo, bensì di renderlo fruibile e utile per lo studio e la ricerca, a tutti i livelli. Raccogliere materiale lessicale non è sempre agevole: occorre trovare informatori disponibili a sottoporsi a questionari, concordare gli incontri per la somministrazione degli stessi, registrare le parole o le frasi e avere molto tempo per trasferire l’audio su carta.

A volte, tuttavia, questo percorso viene abbreviato in quanto le singole comunità parlanti, a fronte di una spiccata sensibilità linguistica, decidono di creare gruppi di studio e di indagine. Questo è quanto avvenuto a Bessans, paese di matrice francoprovenzale situato nell’Alta Moriana (Savoia). Se molti sono coloro che conoscono questa località per le sue bellezze naturalistiche e per le piste di sci di fondo che la rendono una meta per migliaia di appassionati o per gli allenamenti della nazionale francese, non tutti sanno che Bessans oltre ad essere la patria dei “diavoli” scolpiti è anche custode di una lingua molto interessante e arcaica.

È grazie alla commissione patois di Bessans Jadis et Aujourd’hui, associazione che opera sul territorio comunale per la salvaguardia del patrimonio culturale, storico e linguistico del paese, che, dopo più di vent’anni di minuziosa ricerca, si è giunti da un lato alla creazione di un vocabolario sonoro sul sito dell’associazione stessa e dall’altro alla pubblicazione di questo dizionario Dictionnaire Patois bessanais Français, composto di circa tremila lemmi e infarcito di interessanti contributi fraseologici e idiomatici che rendono l’opera decisamente completa.

La grafia utilizzata è stata quella di Conflans, largamente impiegata per la scrittura dei dizionari francoprovenzali d’Oltralpe, riadattata alle esigenze fonetiche del bessanese. Il suo impiego coerente e chiaro, nonostante l’alto numero di diacritici, peraltro necessari per restituire senza tradimenti ogni sfumatura di suono, permette di potersi muovere abbastanza agevolmente nella lettura.

Ne emerge una lingua estremamente densa di specificità, la più evidente delle quali, a mio avviso, è la presenza della desinenza -s per i plurali maschili, completamente persa nelle varietà francoprovenzali cisalpine e presente in alcune parlate occitane della media Val Chisone. Questo tratto, assente nei vicini villaggi di Lanslevillard e Lanslebourg, testimonia di una comunità conservativa che ha saputo mantenere nel tempo, oltre i pesanti contraccolpi della lingua nazionale, tutta l’autenticità del suo bagaglio fonetico, morfologico, lessicale, grammaticale e semantico.

Tra gli altri macrofenomeni che è possibile segnalare troviamo la scomparsa di alcune approssimanti intervocaliche, già vibranti, presenti, per esempio, nelle varietà di Venaus e di Giaglione. In generale, volendo tratteggiare delle similitudini con le parlate francoprovenzali della nostra area cisalpina, possiamo assimilare il bessanese al novalicense e al venausino: basti pensare al trattamento dei nessi consonantici latini -st-, -sp- e -sc- che risolvono rispettivamente in -h-, -f- e -h-, come nelle due comunità della Val Cenischia succitate. Assai significativa, sul versante del vocalismo è la resa della -a- atona in sede finale di parola che, come a Novalesa e Venaus si velarizza tanto da assomigliare a una -o-. La scelta degli estensori del Dictionnaire è proprio quella, al pari dell’occitano, di far terminare in -o- i sostantivi femminili piani. Infine, per quanto concerne l’accentuazione, non si riscontra la progressione dell’accento come in molte varietà della Valle di Susa e delle Valli di Lanzo.

Come ho già avuto modo di dire, il pateûés di Bessans si contraddistingue per la sua arcaicità e per l’esteso ventaglio di tratti identitari. Non bisogna nascondere che tutte le varietà dell’Alta Moriana, in trenta chilometri di sviluppo geografico, possiedono peculiarità che le distinguono tra loro e dalle altre dell’area transalpina. In questo breve contributo non è possibile dilungarsi su questo aspetto, tuttavia è molto proficuo puntare i riflettori sulle parlate dei nostri fratelli d’Oltralpe.

franco-provenzale

Pre no que d’ovrein din lo doméno de la sovegarda de le minoranse languestique istorique, lo travalh de culhetò do lessico de le difareinte varietaie locale ét unò de nóhres attivitaie plus emporteinte. A traves de hel de no proposein pa maque de vardalo e de passalo, ma asseu de reindre-lo fruiblo e utilo pre l’eheudio e la ressertse, a touit li level. Amassar materialo lessicalo ét pa delon simplo: i fot trovar d’enformatour desponiblo a soubetasse i questionéro, concordar le rencontre pre la somministrashon di mémo, enredzestrar li non e le frase e avér bieunn de tein pre tramar l’audio dessù papél.

Endecòl, totun, he percours ou veunt abrajò pre mo que tsaque comenetà parleinta, fahe d’ina hota sensibilità languesticca, lhe desside de crear de groupe d’eheudio e d’enquéhe. Heunn i s’at passà a Bessan, veladzo de rei francoprovensala plahiò din la Hota Moriéne (Savoué). Si ina vreiò ou cunusso he paì pre se beltaie naturalistique e pre le pihe d’esquì de fon qu’ou lo reindo ina destinashon pre de melhein-ne d’amatour on pre l’entrenameunn de la nashonala fransésa, pa touit ou saho que Bessan endelai d’iéhre la patrìe di “diablo” scultà ou l’eut asseu verda d’ina leinga bieunn enterisheinta e arcaicca.

Ét mersì a la commishon patoué de Bessans Jadis et Aujourd’hui, assossiashon que lh’ovre dessù lo territouéro comunalo pre la sovegarda do patremouéno culturalo, istoricco e languesticco do veladzo, que, apré plu de vent’an de ressertse a tinheunn, i s’at arevà d’in caro a la creashon d’in dishonéro sonoro dessù lo sito de la méma assossiashon e de l’otro a la peblecashon de he dishonéro Dictionnaire Patois bessanais Français, composà d’empopré treimile intraie e garnì d’enterisheinte contrebushon fraseolozhique e idiomatique qu’ou reindo l’ovradzo fran complet.

La grafì anovraia ét ihaia helò de Conflans, lardzemeunn empleiò pre l’ehreteura di dishonéro francoprovensalo do caro delai, revue pre les esedzeinse fonetique do bessanei. Son usadzo coereunn e clher, bieunn qu’avó in hot neumbro de diacriticco, entrotro nessesséro pre restituir seinsa treison tsaque moueindra nuanse de son, ou conseunt de lire plutó fassilhemeunn.

I n’en sòrt ina leinga fehiò de spessefissitaie, de lequinte la plu vouieinta, selon me, ét la preseinse de la deseneinse -s pre li pluriélo masculin, do tòt predouò din le varietaie francoprovensale do caro d’iheu e preseinta en carque patoué ossitan de la miéna Val Clhuson. He tret, asseunn din li protso veladzo do Veler e de Lembòrc, ou deut d’ina comenetà conservativa que lh’at sou mantenir din lo tein, endelai di peseunn embeton de la leinga nashonala, totò l’otentissità de son bagadzo foneticco, morfolozhicco, lessicalo, grammaticalo e semanticco.

Entre li otri macrofenoméno que de polein armarcar de trovein l’embaleviò de les approssimeinte entervocalique, dzà vibreinte, preseinte, pre esimplo, din le varietaie de Venó e de Dzalhon. En dzeneralo, an voleunn fare de ressemblanse avó le parlaie de nohra ére, de polein assimilar lo bessanei o valesan e o venosein: i no sufit de sondzér o tratameunn di groupe consonanticco latin -st-, -sp- e -sc- qu’ou sandzo en -h-, -f- e -h-, tal que din le deuve comenetaie de la Comba de Heniclha sussitaie. De greunta valour, dessù lo verseunn do vocalismo ét la randouò do -a- atono en fin de mòt que, comme a Novaleise e Venó, ou se velarizhe teunn a semblar in -o-. L’ahernouò di estensour do Dictionnaire ét fran helò, do mémo que pre l’ossitan, de frenir en -o- li non femenin plan. En fin, pre heunn qu’i engarde l’acsentuashon, de trovein pa l’avansemeunn de l’acseunn comme din bieunn de varietaie de la Val de Suse e de le Valaie de Lans.

Tal que d’é dzò deut, lo pateûés de Bessan ou se deharneit pre son arcaissità e pre l’amplo ensein de tret identitéro. I fot pa catsér que toteu le varietaie de la Hota Moriéne, en treunta quilométre de developameunn zhograficco, ou l’ont de spessefissitaie qu’ou le defaraho d’entre lhour e de les otre de l’ére transalpin-na. Din he simplo contrebù ét pa possiblo de parlar lontein de heunn, totun ét ina vreiò fosoneunn de pouintar li clher dessù le parlaie de nohri frare do caro delai de le montinheu.