La pianta: è una pianta erbacea alta fino a 15 centimetri che cresce in cespi ramificati e fogliosi di colore verde argenteo. La si trova sulle Alpi, generalmente tra i duemila e i tremila metri di altitudine. Caratterizzata da fusti semplici con rami eretti o striscianti, ha alla base foglie con un picciolo piccolo e sulla parte alte foglie (chiamate capolini) disposte come spighe. Ciascun capolino è costituito da numerosi fiori gialli.
Proprietà: tra le proprietà del genepì vi sono quelle cicatrizzanti, espettoranti, stimolanti, balsamiche, anti-spasmodiche, toniche, antinfiammatorie e gastro-protettive. Ha effetti benefici nel bloccare o comunque alleviare gli spasmi intestinali e la tosse, ma lenisce le ferite e cura diverse patologia dell’apparato respiratorio quali bronchite e asma. Non è finita: dona sollievo dopo una digestione difficoltosa ed elaborata, nonché in caso di flatulenza. Infine favorisce l’abbassamento della febbre e l’aumento della sudorazione.
Come si usa: vengono impiegate le sommità fiorite, inclusi i fiori stessi, e le radici. In particolare i fiori delle specie maschili del genepì sono impiegati nella produzione dei liquori: in valle si è soliti mischiare la grappa con il liquore di genepì per lenire il mal di montagna.
Curiosità: il celebre scrittore De Amicis, nel 1883, nel suo “Alle porte di Italia”, dopo aver assaggiato il liquore rimase notevolmente colpito dalle sue proprietà digestive che così descrisse: “un liquore di fiori di prato che farebbe digerire una bomba lessa”.
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