Nata nel 1947, è poetessa di lingua Innu, originaria di Pessamit, riserva indiana all’imbocco del fiume Betsiamites.
È considerata un’autrice simbolo del Québec anche per l’ampiezza della sua attività che va dalla produzione letteraria, alla didattica, al cinema. Come traduttrice-interprete ha svolto un ruolo importante nella raccolta di memorie linguistiche e saperi tradizionali. Di se stessa dice di non considerarsi una poetessa, ma di avere un cuore nomade e generoso che parla un linguaggio colmo di poesia, in cui riecheggiano le voci degli anziani.
Presso la casa editrice Mémoire d’encrier ha scritto la sua prima raccolta Bâtons à message / Tshissinuashitakana (2009), pensando ai nomadi itineranti tra i grandi spazi. Nel 2010 ha ricevuto il premio dei lettori del Marché de la poésie de Montréal per la sua poesia “Disegnami l’albero”. Sempre presso Mémoire d’encrier ha pubblicato, in collaborazione con José Aquelin, Nous sommes tous des sauvages (2011) e nel 2013 Un thé dans la toundra / Nipishapui nete mushuat (finalista al Prix du Gouverneur général e finalista al Grand Prix du livre de Montréal).
Librettista e autrice di alcuni testi dello spettacolo di Chloé Sainte-Marie Nitshisseniten e tshissenitamin, Joséphine Bacon è stata invitata in Colombia, Francia, Russia, Armenia e Haiti.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, partecipa regolarmente a spettacoli di poesia, collabora a riviste del Québec, europee, ecc.
Da oltre quarant’anni insegna l’innu-aimun e tiene numerosi laboratori di scrittura e conferenze nelle università e presso le comunità autoctone (Pessamit, Escoumins, Pointe-Bleue, Natashquan, Obedjiwan, Sept-îles e Odanak). Parallelamente lavora a diverse traduzioni dall’innu-aimun al francese. Collabora altresì come traduttrice e voce narrante a documentari, cortometraggi e serie televisive. Ha partecipato alle tredici puntate di Mupu (2002), alle serie Carcajou Mikun, Finding our talk prodotte da Mushkeg Nutaq e alla serie Innu-Assi prodotta da Manitu. Ha realizzato Tshishe Mishtikuashisht – Le petit grand européen (Johan Beetz, 1997) e Ameshkuatan – Les sorties du castor (1978).
ANTOLOGIA TESTO ITALIANO
1
Mi sono fatta bella
perché si noti
il midollo delle mie ossa,
sopravissuta ad un racconto
non raccontato.
2
(a Chloé e a Gilles)
Disegnami l’albero
che sei
Disegnami il fiume
che hai raccontato
Disegnami il vento
che ti ha fatto viaggiare
Disegnami il fuoco
che in noi arde
Dimmi che sono il tuo aldilà,
dimmi che sei il mio aldilà,
tu, animale ferito,
i tuoi avi ti han condotto a me
per raccontarmi le immagini
dei tuoi sogni.
Resta un po’ nella mia memoria
tu, l’uomo, l’animale ferito,
resta un po’ nella mia memoria.
Nei tuoi mormorii echeggia
la saggezza di una vita vissuta,
nel tuo sguardo traspare la pace,
il tuo cuore batte al ritmo
del battito d’ali dell’aquila.
da Nous sommes tous des sauvages,
Joséphine Bacon et José Acquelin - 2011
© Éditions Mémoire d’encrier
3
Vorrei passare tenere parole
cogliere il termine
camminare sulla nuvola
accolta dal mare
volare via nell’azzurro
rivedere quegli occhi
quello sguardo condiviso.
questa sera ritmo il mio cuore
al suono del mio cuore
senza artificio
m’invadono passi di danza
mi abbandono a questa musica
il diavolo è lì
che ci attende
questa sera trovo
che l’occhio m’ispira
a braccia tese mi accogli
senza un luogo reale
ti seguo
fino in fondo alla tua anima
che invoca una pace
che esiste soltanto nell’occhio
dell’acquila che sogni
non appartieni ad alcuna razza
due in due tu sei
la trinità di un dio
ti vedo in una visione
tu sei il dettaglio
che ispira una vita
che avvicina l’infinito
da te raccontato
ti ascolto
per averti sentito
ti vedo
per averti guardato
il vento mi conduce
sempre verso la tua voce.
da Nous sommes tous des sauvages,
Joséphine Bacon et José Acquelin - 2011
© Éditions Mémoire d’encrier
4
lontano un orizzonte
un mare rende livido il cielo
un’aquila lascia cadere una piuma ferita
un fiume agonizza
un canotto mi conduce
verso i racconti degli Anziani
ascolto il silenzio inquieto
Pakassik grida il suo dolore
un muschio verde giallo e rosso
asciuga le sue lacrime
Missinaku si avvelena
inalando l’essenza che liberano
gli uccelli di ferro
il ritmo del cuore
della Terra rallenta
nella mia disperazione
sogno di fugare il rintocco dei miei cari
so che ciò è impossibile
che troverò il possibile
da Nous sommes tous des sauvages,
Joséphine Bacon et José Acquelin - 2011
© Éditions Mémoire d’encrier
5
non racconto sempre
la mia storia
Nishtatiku mio fratello maggiore
mi ha dato il senso del mondo
Tshakapesh mio fratello minore
mi ha dato la sua protezione
Nishtatiku se ne è andato
non si sa dove
Tshakapesh se ne è andato
sulla luna
giocando a pallone
con le stelle
tu sei il mio racconto
mi scrivi parole magiche
intrise di musica
il suono cura
la mia anima.
(traduzione a cura di Peyre Anghilante)
commenta