Nata a Galway nel 1981, dall’età di 17 anni risiede a Cork con la famiglia. Impara l’irlandese a scuola e completati gli studi fino alla laurea, consegue un Master in letteratura moderna irlandese.
Inizia l’attività letteraria pubblicando su molte riviste irlandesi e estere. Del 2011 è il primo volume Résheoid (Coiscéim, 2011).
Nel 2012 il poema Fáinleoga - parte del secondo libro Dúlasair (Coiscéim, 2012) - vince il Wigtown Award per la poesia in gaelico scozzese.
Doireann Ní Ghríofa ha ricevuto due borse di studio di letteratura presso l’Arts Council of Ireland (2011 e 2013); successivamente è stata selezionata per il prestigioso premio irlandese Poetry Bursary Award 2014 – 2015, grazie alla pubblicazione del terzo libro Dordéan, do Chroí / A Hummingbird, your Heart (Smithereens Press, 2014), premio che viene riconosciuto annualmente a un poeta emergente e comprende quattro settimane di residenza presso il Centro Tyrone Guthrie di Annaghmakerrig, Irlanda.
Più recente la pubblicazione di Clasp (Dedalus Press, 2015), selezionato nel 2016 per l’Irish Times Poetry Now Award, premio nazionale di poesia d’Irlanda e insignito del Michael Hartnett Award.
Nel 2016 ha ricevuto il Premio Rooney per la letteratura irlandese. L’ultima pubblicazione è del 2017, Oighear (Coiscéim).
Motivazione
Secondo il più recente censimento nazionale del 2016, in Irlanda solo il 39,8% della popolazione può comprendere e parlare l’irlandese (il gaelico), lingua riconosciuta come ufficiale dell’Unione Europea. Circa l’1,7% lo parlerebbe quotidianamente al di fuori del sistema educativo, e un 2,5% settimanalmente. Questa fotografia necessita di un’attenta analisi. In Irlanda si parla inglese, solo una piccola minoranza di 85.000 persone parla il gaelico, antica lingua di tipo celtico, come prima lingua. L’inglese, la lingua della nobiltà e delle classi sociali più elevate del secolo scorso, sovrasta dunque incofutabilmente l’irlandese, anche se l’Official Languages Act del 2003 ne imponga l’uso nelle istituzioni pubbliche e il bilinguismo nei documenti officiali e nelle segnaletiche. In questo contesto si pone la poesia di Doireann Ní Ghríofa. La giovane poetessa di Cork indaga elementi quotidiani e i contenuti nella tradizionale visione della famiglia irlandese, nel suo legame con il passato. In Ní Ghríofa, la forza dell’attaccamento al passato, al territorio e al corpo guidano l’impulso poetico. La sua scrittura esplora con tenerezza e curiosità la vita, il legame con gli avi e con il passato, la maternità, la separazione e l’unità. La voce della sua poesia scandisce elementi quotidiani che segnano passaggi importanti del mondo femminile, un liminale tra un momento di vita e un altro, impercettibili indicatori della trasformazione. Per la sua intensa attività poetica, per i temi trattati che avvicinano alla condizione femminile quest’anno riceve a Ostana il Premio Giovani 2018.
ANTOLOGIA - Testo italiano
Primo appuntamento su Azul Street
L’odore del caffè mi porta da questa cucina
ad una mattina in lontananza, in cui accendo
una sigaretta, mentre il tuo respiro vola sopra il liquido scuro
Il nostro fiato e fumo si uniscono verso il cielo
Un paio di ali
di farfalla scarlatte vicino
Le farfalle Monarca, tu sospiri. Ti appoggi a me,
Dici che voleranno per 3.000 miglia
per raggiungere gli abeti messicani
Penso al popolo azteco
che guardava le farfalle e vedeva anime
fluttuanti attraverso cieli silenziosi - nemico
guerrieri, donne che morirono nel parto -
ferite che si trasformano in ali rosse
Non so cosa dire. Quando apro
la mia bocca, la mia lingua vola via
Nessun filo sottile,
nessun cavo telefonico
ci lega più
Ora che i nostri computer si chiamano,
Non posso
premi la tua voce all’orecchio.
Non posso più sentirti respirare. Ora, siamo vincolati solo
da una connessione debole
e ci separiamo
e ci separiamo
e ci separiamo.
Sega
Per mesi,
c’era poco che potessi intravedere
nel tuo guazzabuglio di arti, ma un pasticcio
di ombre che si muovono sotto la mia pelle.
Non traducibile: il mio ventre gonfio
improvvisamente punteggiato dalla gomitata
di un ginocchio o della caviglia, forse una piccola
nocca che scorre veloce come il marmo,
forse anche la torsione criptica di un tallone o di un fianco,
ma una volta che l’alba ti ha attratto
da quel mondo oscuro,
oh, ho passato mesi a rimettere a posto
questo puzzle finalmente, ho visto
come l’arco del tuo piede si adatta al cavo
del mio palmo, come si annidava la testa
nella curva del mio collo. Lo sapevo: ci adattiamo.
Poi sei cresciuto, piccolo sconosciuto, e ho imparato a conoscerti.
Cuspide d’autunno
Fine agosto, cuspide dell’autunno,
e un fiume divide una foresta
dove un uomo e un nipote si arrampicano
giù per un pendio per lanciare pietre.
Guarda: i loro ciottoli salgono, saltano di tocco in tocco,
poi scivolano nella pelle dell’acqua,
disegnando cerchi concentrici che brillano,
bordi sottili che si scontrano sulla corrente.
Il faggio che guarda dall’alto
si dimentica e lascia cadere una manciata
di foglie - d’oro, verdi -
spargendoli a sparpagliarsi nel flusso.
Rondini
I ferri da maglia attiravano la loro canzone dal silenzio,
piccoli punti l’uno dietro l’altro
mentre le rondini dell’alba si raccolgono su un filo,
sbirciando una gonna di lana gialla
che divenne brillante come un livido, diventando
un abito
per una bambina che è venuta
e andata
troppo presto.
Allungata in un letto stretto,
Io giaccio in un corridoio da sola. Freddo,
tengo il piccolo vestito alla mia guancia
per un momento, poi sciolgo il nodo,
e tiro
punto
dopo
punto
ogni punto non estratto, mentre le rondini svaniscono
al crepuscolo, in qualche terra misteriosa,
lontano da noi.
Tengo questo morbido disfacimento man mano che cresce,
e oh, cresce, questa lana srotolata. Cresce il gomitolo. Triste. Pieno.
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