Lurdes Auzmendi Ayerbe, classe 1956, nata ad Ataun, Gipuzkoa, vive a Donosti (San Sebastian). Ha scelto la politica per una forte passione e l’alto ideale di voler migliorare quella fetta di mondo in cui si è trovata a vivere. Interprete e traduttrice, è autrice di numerosi apporti teorici alla sua professione. Nel 1987 firma insieme a Juan Mari Lekuona, Josu Zabaleta e Xabier Mendiguren l’atto di costituzione di Eizie, associazione di traduttori, interpreti e correttori di cui è stata Presidente, ente chiave che ha contribuito a modernizzare le attività di normalizzazione dell’Euskera. Docente dell’Università del País Vasco, dal 2010 al 2012 ha ricoperto la carica di Direttrice della Promozione dell’Euskera presso il Governo Basco. Traduttrice ufficiale della Diputación de Alava, il suo spirito innovatore a favore della tecnologia le ha permesso di creare Itzul, strumento di grande aiuto per i traduttori del basco. Lurdes ha tradotto molta letteratura giovanile, che può essere letta anche da persone di età diverse come nel caso dei romanzi di Francesco d’Adamo: Storia di Iqbal (tradotto come Iqbalen historia, 2003), e Johnny il seminatore (tradotto come Johnny ereilea, 2008). Similmente a queste due opere, Lurdes ha tradotto anche un altro romanzo che rispecchia la vita di un giovane che accede al mondo lavorativo in una realtà molto diversa dalla nostra: l’autore è Hans Georg Noack ed il titolo originale di quest’opera è Suche lehrstelle, biete… tradotta come Aprendiz postu bila nabil (1993). Nella letteratura basca si dà molta importanza anche al genere dei fumetti, ai comics sia di produzione propria, sia tradotti. Un esempio può essere Los derechos de la mujer tradotto da Lurdes come Emakumearen eskubideak (1992), mentre la scelta di tradurre l’opera di Andreu Martin, Vampiro a mi pesar, come Eta banpiro bihurtu nintzen (1992) rappresenta l’importanza data alla comicità per attrarre più lettori possibili. Un esempio di letteratura adatta a tutte le età e ad un gran numero di pubblico diverso è quella di Seve Calleja, Piratas – Historias de piratas, tradotto come Piratak – itsaslapurren istorioak (2008).
Tra le opere di letteratura infantile, non bisogna dimenticare la collezione che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, i libri di Geronimo Stilton, che sono stati tradotti da Lurdes e dal suo amico Koldo Biguri dal 2009 al 2014. Ricordiamo alcuni titoli come: Tutta colpa di un caffè con panna in Mirari galduaren bila, e anche Il segreto della famiglia Tenebrax in Ikaratz familiaren sekretu e anche il libro di Tea Stilton: Il codice del drago tradotto in Herensugearen kodea.
Per esprimere l’importanza che per Lurdes possiede la traduzione della letteratura basca anche in altre lingue, ricordiamo che fin dall’inizio della sua carriera come professionista della traduzione ha tradotto diverse opere verso lo spagnolo, come quella di Joseba Zulaika, Ehiza, sinboloa eta erosay, tradotto come Caza, símbolo y eros (1992), e Kontu zaharrak di diversi autori, tradotto come Cuentos Tradicionales Vascos (tradotto insieme a Koldo Biguri e pubblicato nel 2000).
Due interviste sulla lingua basca:
http://www.eitb.eus/es/audios/detalle/927582/entrevista-lourdes-auzmendi/
http://www.jornada.unam.mx/2012/08/15/cultura/a04n1cul
ANTOLOGIA
TESTO ITALIANO
-Storia di Iqbal
Fatima, amica mia,
Sorella mia molto amata,
Come vorrei averti accanto a me in questi giorni, parlarti, piangere tra le tue braccia. Ricordi quante volte l´ho fatto in passato? E tu sempre sapevi trovare il modo di consolarmi e di proteggermi, sempre sapevi trovare le parole giuste. Potessi farlo anche questa volta! Potessimo dividire il nostro comune dolore! Potessi trovarle io, questa volta, le parole giuste!
Lo so, non ti ho scritto per tanto tempo. Avrai pensato che mi ero dimenticata di te, che il mio affetto per te fosse svanito come la nebbia sui campi al mattino. Ma non potevo, credimi, essere io a darti la notizia. Anche adesso la mia mano trema e le lacrime –lo vedi– bagnano il foglio. Perdona la mia vigliaccheria. Ma non devi venirlo a sapere da altri, chissà cosa ti direbbero. Io te lo racconterò.
Appena tornato dal suo lungo viaggio, Iqbal partí di nuovo. Il suo villaggio, mi hanno detto, non è lontano da Lahore, appena qualche decima di chilometri. Doveva rivedere la sua famiglia e festeggiare la Pasqua, che è una festa dei cristiani, in cui ricordano –mi pare– un loro Dio che venne messo a morte, ma poi risorse. Doveva fermarsi almeno un mese dai genitori, ma poi sarebbe tornato da noi, per riprendere la sua lotta.
(D’Adamo Francesco, Storia di Iqbal, tradotto in basco come Iqbalen historia, 2003, ISBN: 84-8263-415-1)
-Johnny il seminatore
Aspettavamo il sorgere del sole, ma il sole non veniva. Nel Vallone si stava addensando una foschia umida e appiccicosa. Avevo freddo, e voglia di essere a casa. Voglia di dire a Johnny: andiamocene subito, in questo momento, come se non fosse successo niente.
Ma non si poteva, lo capivo anch´io.
Johnny non aveva ancora finito la sua storia.
Magda si tolse per un attimo gli occhialini neri, evento raro. Vidi che aveva gli occhi lucidi.
“Johnny” provò a dire, “accidenti a te. Qualunque cosa hai fatto, tu lo sai...”
“Finitela, voi due mocciose. Magda, fammi una sigaretta.”
Magda cominciò ad armeggiare con le cartine e il tabacco. Non avevo mai visto Johnny fumare. Si accese quella specie di zampirone e tossì.
Se non altro, teneva lontane le zanzare.
“L´ultimo mese” riprese Johnny, “mi hanno destinato ad un altro servizio. Mi hanno tolto dalla Squadriglia Bombardieri.”
“Ormai mi hanno detto, “ne hanno avuto abbastanza.”
“Si passa alla Fase Due.”
Mi hanno accompagnato all´hangar. Mi hanno assegnato un aereo piccolo, lento, panciuto.
“Questo è il tuo nuovo aereo? Mi hanno detto.
Non mi piaceva.
Nella sua pancia panciuta l´aereo trasportava ad ogni volo diecimila mine.
“Vai Johnny mi hanno detto, facciamogliela vedere.”
Gliel`ho fatta vedere.
“Sapete che effetto hanno le mine?”
“Be’” azzardai, scoppiano, uccidono.”
Johnny scosse la testa:
“Scoppiano, sì, ma non uccidono. Non devono uccidere. Ce n´è di tanti tipi, di mine, le hanno studiate apposta: ci sono quelle che se le calpesti ti tranciano le gambe.
(Tratto da D’Adamo Francesco, Johnny il seminatore, tradotto in basco come Johnny ereilea,
2008, ISBN: 978-84-8263-420-3)
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