Tsead Bruinja, classe 1974, vive ad Amsterdam e il suo debutto come poeta è avvenuto nel 2000 con la raccolta in lingua frisona: De wizers yn it read. Tsead si esprime anche in olandese e la sua prima raccolta poetica in questa lingua, Dat het zo hoorde, viene pubblicata nel 2003 ed è selezionata per il Joe Peters Poetry Prize l'anno seguente. All'attivo ha sette raccolte poetiche, scritte sia in olandese sia in frisone, fra cui ricordiamo: Kutgedichten; Droom in Blauwe regenjas – nieuwe Friese dichters; Overwoeker e Angel. L'ultima è comparsa in freedownload su un blog letterario olandese ed è stata scaricata oltre 2000 volte in meno di un mese.
Bruinja si occupa anche di traduzione, scrive su diverse riviste e organizza eventi letterari fuori e dentro l'Olanda, anche in collaborazione con il musicista Jaap van Keulen e la ballerina di flamenco Tanja van Susteren.
Il suo linguaggio poetico, intimo e musicale, è avventuroso, creativo, spontaneo. La punteggiatura viene eliminata, l'enjambement è largamente utilizzato, e il linguaggio si spezza in elementi essenziali ricchi di significato. Si creano così salti e scismi associativi che riflettono il caos del mondo, i disordini della vita e la frammentarietà dell'esistenza, ma anche la vitalità e la gioia di vita nell'illogicità del mondo. Il tema della famiglia e delle radici ritorna spesso nella sua poetica, soprattutto in quella di lingua frisona, la lingua madre, la lingua dell'amore che lo ha cresciuto ed educato, influenzando la sua identità culturale di poeta contemporaneo nel mondo moderno.
Sito ufficiale:
http://www.tseadbruinja.nl/nederlands/nederlands.htm
Canali Vimeo e YouTube:
https://vimeo.com/tseadbruinja
https://www.youtube.com/profile?user=tseadbruinja
ANTOLOGIA
TESTO ITALIANO
-Io credo nella nostra lingua
Io credo nella nostra lingua
e che lei debba cambiare
io credo nelle persone
che vi si oppongono
e nelle persone indifferenti
il mio frisone non è impeccabile
ma è la lingua in cui
questo è stato prodotto
-Dal letto alla tomba
I nomi che usi
Per le posate e i piatti da tavola
Non sono i primi nomi
Che ho imparato per le posate e
E quanto mi tocchi qualche volta, tu tocchi
Una parte totalmente diversa di me
Da quella che mia sorella
dipingeva dopo che io l’avevo stuzzicata
O che mia madre strofinava
un po’ di più per lavarmi
Dormiamo nello stesso leeetto
Ma il tuo è più corto
E il mio assomiglia di più
al belato di una capra
Tuo padre e tua madre
I tuoi nonni e le tue nonne
portano un altro nome
Non ti abbracciavano mai,
Non ti davano un bacio
O una buona lavata
Viviamo nello stesso mondo
Io ti abbraccio
Io ti do un bacio
Tutte le cose che usiamo
Hanno ora lo stesso nome
Il tuo leeetto e i tuoi baaaci
Si allungano ogni anno
-Tomba
So dove le mie cose e i miei soldi andranno alla mia morte
ma da nessuna parte ho scritto il mio desiderio di essere messo in terra
nudo dentro a una coperta
non importa dove
mia madre voleva stare lontana dai suoi figli
Perché dovevamo fare la nostra vita
Secondo lei
Lei è stata seppellita
a fianco del padre di suo padre
nonno andava sulla sua tomba quasi
ogni giorno
mio nonno e mia nonna riposano vicini
a fianco della chiesa di cui non erano credenti
a fianco della loro casa
dove nonno sbucciava una mela per lei
e cambiava canale con una canna da pesca in bambù
non guardavamo mai un canale per più di un secondo
tutti e tre non sono seppelliti in quel luogo
dove hanno visto il giorno ma nemmeno troppo lontani
poco più di venti miglia più in là
dove vivo
non si possono vedere le loro tombe
né trovarne una a un giorno di marcia da qui
Leeuwarden in più
è molto più distante di Amsterdam
che il contrario
E ho appena capito che sono già altrove
Ho perso un po’ di capelli in Indonesia Zimbabwe
e Nicaragua
Ho pisciato e mangiato nei ristoranti
il corpo si rinnova
nessuna parte di voi è la stessa alla fine
e la morte del corpo marcherà anche la fine della mia anima
così rimpatriare il cadavere vuoto non servirà a nulla
il luogo in cui lo depositerete m’importa poco
ma voi sapete che voglio che sia sepolto
nudo dentro a una coperta
e se mai sarete di nuovo
diventati credenti a quel punto
gettate prima che le zolle di terra
cadano sui miei resti umani
una canna da pesca in bambù
-Lei vive in una casa in fiamme
Lei abita in una casa in fiamme
ogni tempesta strappa una tegola dal tetto
fa freddo e lei batte i denti
fuori qualcuno inventa un nuovo codice della strada
continua a pedalare un vecchio uomo
dei giornali attaccati al corpo sotto i vestiti
lei esce con un cestino pieno di biancheria
lenzuola nere coperte nere federe
nere lei vede che anche i prati bruciano
a nulla serve restare fuori
meglio tornare fra i muri
le fiamme che danzano sul suo ritratto
la posta non invitata s’infila sotto la porta crepitante
non raggiunge lo zerbino il suo gatto
salta sulle sue ginocchia piena
di un desiderio vegetale di accarezzare lei versa ancora
un po’ d’alcol infiammabile sugli album delle fotografie
asciuga le ceneri dai suoi occhiali e legge
e legge e legge
commenta