Tutto scorre rapidamente. Cambiamenti, impensabili fino a qualche anno fa, avvengono in un baleno!
La politica di sinistra che si trasforma rapidamente in politica tradizionalmente di destra; o tende al centro: dove converge la politica di destra?
Quello che rimane immutato è la disattenzione (per non usare un altro termine) della classe politica (ma anche dell’intellighenzia tutta) verso quello che non è città, che non appare in televisione, che potrebbe disturbare il pensiero (se vogliamo usare un termine nobilitante) comune e, soprattutto, il manovratore, con una passione trasversale verso la bugia che ormai è diventata usuale, tollerabile, giustificabile. Da cui una modernità e un vivere quotidiano fondati sulla bugia, a vari livelli e coniugata con infinite modalità.
Nessuna attenzione concreta, per ora (anche se c’è un proposta di legge Borghi- Realacci in discussione in parlamento, ma vedremo…), verso la Montagna (più di metà del territorio italiano) e verso le minoranze linguistiche, sempre meno tutelate e la cui legge di riferimento (482/99) viene sempre meno finanziata e interpretata.
In questo disastro (paragonabile in parte agli anni 30-40 del secolo scorso? Ma almeno la riforma Gentile promuoveva le culture regionali...) dove le nostre voci non valicano i ristretti limiti delle nostre vallate (culla delle minoranze linguistiche del Piemonte) urge riaffermare il valore delle nostre differenze; non per un senso di superiorità, ma per testimoniare la nostra cultura occitana e per il desiderio di dare un contributo civile al cammino (?) del Paese Italia.
In un momento che forze, con ben altri megafoni, vorrebbero far uscire l’Italia dall’Europa, in nome di un futuro migliore, ma i cui contorni e modalità si guardano bene dal definire, noi vogliamo riaffermare la preziosità delle differenze, che, sommate, possono indicare, in questo contesto, cammini e traguardi futuri.
Ha ancora spazio un confronto di questo genere? In un mondo dove gli aggressivi appaiono grintosi, i prepotenti furbi, i superficiali persone geniali… possono avere ancora spazio i valori che sono stati fondanti della Repubblica? Noi testardamente crediamo di sì!
Che fine hanno fatto quei milioni di donne e uomini, e i loro figli, che hanno imboccato i sentieri della politica, anni e anni orsono, (ma ancora per qualche decennio successivo) quando le ferite di un ventennio folle bruciavano dolorosamente, non per cercare arricchimenti o successi personali, ma perché questi sembravano lo strumento giusto per aiutare i deboli, riscattare gli sfruttati, liberare gli oppressi, e quindi, in sintesi: avere un mondo più giusto?
Forse non sono scomparsi ma solo rannicchiati in se stessi aspettando di avere di nuovo l’opportunità di levare le loro voci all’interno di una coralità, ora assente o coperta dal frastuono generale.
Il premio Ostana-Scritture in Lingua Madrevuole essere parte di questo mondo che, per ora, si esprime con flebili voci…
Ancora una volta Ostana sarà per qualche giorno il luogo dove scrittori e pubblico imparano a conoscersi attraverso conversazioni, baraonde poetiche, passeggiate culturali, convivialità.
Non un mordi e fuggi ma un lento trascorrere di momenti preziosi, da vivere collettivamente, per entrare nel vivo delle lingue e delle culture rappresentate, per conoscere a fondo le motivazioni che spingono persone così diverse a impegnare le loro vite in un disegno comune: quello di esprimere le loro qualità artistiche e il loro impegno quotidiano nelle proprie lingue madri.
Nella presente antologia diamo un “assaggio” che dimostra il loro valore.
Il Sindaco
Giacomo Lombardo
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