Un libro che raccoglie l'opera poetica di Arthur Rimbaud degli anni 1870-1872 tradotta in occitano da J. F. David-Delhomme e pubblicata dall'IEO nel 1991.
Scrive l'autore nell'ultimo capitoletto della sua prefazione intitolato “Bene Comune”: L'opera è di tutti, si dice. Questione di tempo. E di tutti i popoli e lingue.
Di questo lavoro di traduzione/adattamento, è onesto che ora ne confessi le mancanze. Il confronto con l'originale, che si trova ovunque, me ne risparmia la pena. Ogni traduzione è traditrice, ovviamente. Alcuni traduttori più meticolosi avrebbero scelto la letterarietà del senso e per questa avrebbero sacrificato l'adeguazione alla forma versificata; altri avrebbero lasciato il verso libero dai vincoli della rima.
Volendo piegare la versione occitana alle regole del poeta, mi sono affacciato consapevolmente alla necessità di allontanarmi un pochino, a volte, dall'opera originale.
Alcuni giudicheranno che mi sono allontanato troppo, altri che ne sono rimasto troppo prigioniero. Con più tempo, e più sforzo, avrei potuto andare più lontano nella fedeltà voluta a Rimbaud e alla nostra lingua, qui incarnata nel dialetto rodaniano, del quale mi hanno dato i mezzi buoni parlanti e buoni scrittori incontrati lungo il cammino della mia vita in Provenza, tra i fiumi Cèse e Vistre.
Inoltre, avendo in mano questo libro, se qualche affezionato troverà piacere a leggere l'opera de “l'altro” nel suo vestito occitano, e se qualche studente, qualche giovane in cerca di terra libera potrà scoprire qui Rimbaud e la lingua d'òc con altrettanto stupore e gioia per l'uno come per l'altra, il mio sforzo ne sarebbe largamente giustificato.
Che abbiano la fortuna che si meritano queste strofe rimbaldiane che ho voluto il più possibile rendere sue; quelle di un Rimbaud che avrà conquistato un nuovo e fragile spazio nello scritto di un'altra lingua e nei suoi suoni. Poiché la poesia deve essere detta, e cantata, e portata dal vento.
Che vaghi da quì a tutti i venti che spingono, sferzano e svegliano il paese occitano.
Marsiglia, il 10 ottobre 1991
Di quest'opera ho tratto 6 poesie che presenterò in quattro versioni: originale, provenzale rodaniano, occitano alpino e italiano.
Oltre alla bella lingua che ci offre l'autore nella sua traduzione, quel provenzale rodaniano che è anche la lingua di Frederic Mistral, trovo lodevole come il Delhomme abbia saputo conservare la rima alternata, pur senza forzare troppo il senso poetico, anzi trovando talvolta un modo nuovo di renderlo, con una lingua ricca e spontanea.
Io, da parte mia, in ambedue le versioni mi sono, come dice lui, “tenuto libero dai vincoli della rima” cercandui attenermi più al senso proprio che non alla sua letteralità.
Buona lettura e buon Natale a tutti.
Sensation (originale francese)
Par les soirs bleus d'été, j'irai dans les sentiers,
Picoté par les blés, fouler l'herbe menue:
Reveur, j'en sentirai la fraicheur à mes pieds.
Je lasserai le vent baigner ma tète nue.
Je ne parlerai pas, je ne penserai rien:
Mais l'amour infini me montera dans l'ame,
Et j'irai loin, bien loin, comme un bohémien,
Par la Nature, heureux comme avec une femme.
Mars 1870
Senzazione (traduzione in italiano)
Nelle azzurre sere d'estate, me ne andrò per i sentieri,
Punzecchiato dalle messi, a calpestare l'erba minuta:
Trasognato, ne sentirò la freschezza ai miei piedi.
Lascerò che il vento bagni la mia testa nuda.
Non parlerò, non penserò a nulla:
Ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
E andrò lontano, molto lontano, come uno zingaro,
Nella Natura, felice come con una donna.
Marzo 1870
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